Alle origini del Sistema Solare una “grande barriera divisoria”, sotto forma di un anello di gas e polveri intorno al giovane Sole, ha separato i pianeti rocciosi come la Terra da quelli gassosi come Giove, favorendo l’evoluzione del nostro Pianeta e la comparsa della vita. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy da Ramon Brasser, dell’Istituto di Tecnologia di Tokyo, e Stephen Mojzsis, dell’Università americana del Colorado a Boulder.
La ricerca si basa sui dati del radiotelescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), dell'Osservatorio europeo australe (Eso), che mostrano come giovani stelle distanti siano spesso circondate da un anello di gas e polveri, simile nell’infrarosso all’occhio di una tigre. Gli esperti hanno notato inoltre che, spostandosi verso il Sole, diminuisce la concentrazione di composti organici, fatti cioè di carbonio, mentre aumenta in direzione di Giove. “È come se ci fosse un’invisibile barriera vicino Giove, oltre la cosiddetta fascia degli asteroidi”, rilevano Brasser e Mojzsis.
Secondo le attuali teori, il responsabile dell'anomalia sarebbe lo stesso Giove che, grazie alla sua massa e alla sua attrazione gravitazionale, avrebbe attirato verso di sé la maggior parte del materiale interstellare impedendogli di spingersi verso le regioni più interne del Sistema Solare. Le simulazioni al computer di Brasser e Mojzsis hanno ricostruito il ruolo di Giove, dimostrando che "il pianeta al momento della formazione del Sistema Solare non era così grande da giustificare la sua forza attrattiva”. Doveva esistere quindi un altro tipo di barriera e l’ipotesi più plausibile è quella di una primitiva struttura ad anello. “Una barriera, tuttavia, permeabile - concludono gli esperti - ad alcune sostanze organiche”, che avrebbe così favorito la comparsa della vita sulla Terra”.
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