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Materia oscura, nuova teoria punta a risolvere il mistero

Materia oscura, nuova teoria punta a risolvere il mistero

Confermerebbe le previsioni fatte da Einstein un secolo fa

06 dicembre 2018, 12:33

Elisa Buson

ANSACheck

Rappresentazione artistica della materia oscura (fonte: Jason Jacobs, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica della materia oscura (fonte: Jason Jacobs, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica della materia oscura (fonte: Jason Jacobs, Flickr) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si profila all'orizzonte una possibile soluzione per il mistero della materia oscura e dell'energia oscura, che costituiscono il 95% dell'Universo. Questi due elementi ad oggi sconosciuti potrebbero in realtà essere un unico fenomeno, una sorta di 'fluido repellente' dotato di massa negativa (che accelera nella direzione opposta a quella in cui viene spinto) e gravità negativa (che respinge ciò che si avvicina): su di esso 'galleggerebbe' la materia ordinaria con massa positiva, secondo una nuova teoria elaborata dall'astrofisico Jamie Farnes dell'Università di Oxford.

Pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics, la teoria sembrerebbe confermare un'ipotesi fatta un secolo fa da Albert Einstein. Era infatti il 1918 quando il fisico forniva il primo 'indizio' dell'esistenza dell'universo oscuro inserendo nelle sue equazioni un parametro chiamato costante cosmologica, che oggi sappiamo essere sinonimo di energia oscura. La descrizione di questa costante data da Einstein sembrava suggerire un universo pieno di materia a massa negativa.

La sua esistenza era stata successivamente esclusa perché si pensava che questa materia sarebbe dovuta diventare sempre più rarefatta a causa dell'espansione dell'universo, mentre le osservazioni indirette sull'energia oscura dimostravano esattamente il contrario.

L'astrofisico di Oxford ha superato questo ostacolo ipotizzando una produzione continua di massa negativa, che così non si diluisce con l'espansione del cosmo. La fondatezza di questa teoria potrà essere verificata in futuro grazie al più grande radiotelescopio del mondo, lo Square Kilometre Array (Ska), in costruzione in Sudafrica e Australia. Se l'ipotesi supererà la prova, "vorrà dire che il 95% dell'universo che non conosciamo ha una elegante soluzione": basterà "includere un semplice segno meno", conclude Farnes.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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