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Cervello, molecole di Rna 'spia' di malattie neurodegenerative

Cervello, molecole di Rna 'spia' di malattie neurodegenerative

Studio Iit apre al loro utilizzo per la diagnosi precoce

15 dicembre 2022, 12:36

Redazione ANSA

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Immagine al microscopio a fluorescenza di neuroni neoformati (fonte: Meritixell Pons-Espinal) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Immagine al microscopio a fluorescenza di neuroni neoformati (fonte: Meritixell Pons-Espinal) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Immagine al microscopio a fluorescenza di neuroni neoformati (fonte: Meritixell Pons-Espinal) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le molecole di Rna potrebbero diventare uno strumento per la diagnosi precoce di malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer: lo suggerisce uno studio dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), che dimostra l'esistenza di un legame tra la presenza di piccole molecole di Rna e patologie del cervello legate all’invecchiamento. I risultati, ottenuti nel laboratorio Neurobiology of miRNA coordinato da Davide De Pietri Tonelli, sono pubblicati su Embo Reports.

L’Rna è una molecola fondamentale per la vita e può essere di diversi tipi. Uno di questi è il cosiddetto piRNA (Piwi-interacting Rna), che prende il nome dalle proteine con cui interagisce (Piwi). I piRna regolano il differenziamento delle cellule e sono presenti anche nel cervello. La maggior parte degli studi sono stati condotti finora sui neuroni e hanno sempre trovato scarse quantità di piRna. I ricercatori dell'Iit, invece, si sono concentrati sulle cellule staminali neurali, ossia cellule non specializzate in grado di dare origine a neuroni: bloccando la loro sintesi di piRna è cessata la produzione di nuovi neuroni, proprio come accade spontaneamente nell’invecchiamento. Lo studio dimostra quindi per la prima volta un possibile coinvolgimento dei piRna nel mantenimento delle corrette funzioni cognitive e nella prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento.

Mentre nei neuroni i piRNA sono poco presenti o assenti, nelle cellule staminali neurali ne sono state trovate 500.000 sequenze, in grado di regolare circa 6.000 geni, alcuni dei quali collegati a infiammazione cerebrale, invecchiamento e regolazione dei ritmi circadiani (spesso alterati nelle malattie neurodegenerative).

Lo studio - che rientra nel progetto nazionale 'Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna' finanziato dal Pnrr - potrà aprire nuove strade per l’uso di queste minuscole molecole di Rna nella "diagnosi precoce delle patologie cerebrali legate all’età e possibilmente per nuovi trattamenti a base di Rna", conclude De Pietri Tonelli.

 

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