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Scoperto il gene per piante di pomodoro più longeve

Scoperto il gene per piante di pomodoro più longeve

Aiuterà ad aumentare la produttività, studio italiano

07 luglio 2020, 10:18

Redazione ANSA

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Un gene rende più longeve le piante di pomodoro (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un gene rende più longeve le piante di pomodoro (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un gene rende più longeve le piante di pomodoro (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Trovato il gene responsabile del processo di invecchiamento della pianta di pomodoro: si chiama Hebe, come la dea della giovinezza della mitologia greca, perché la sua disattivazione permetterà di ottenere coltivazioni più longeve e produttive. Il risultato è pubblicato sulla rivista Scientific Reports dai ricercatori del Dipartimento di Bioscienze dell'Università Statale di Milano.

Lo studio dei processi di maturazione e invecchiamento delle piante è di grande interesse in agricoltura: poter prolungare la vita della pianta e la capacità fotosintetica delle sue foglie permette infatti di aumentare la biomassa, la resa delle colture, la conservazione e l'accumulo di sostanze preziose.

Quando una foglia ingiallisce inizia un processo di senescenza che è caratterizzato da diversi cambiamenti, come lo smantellamento degli organelli delle cellule e la degradazione della clorofilla. Questa cascata di eventi è regolata da molecole (fattori di trascrizione) chiamate 'Nac': il loro compito è quello di legarsi al Dna per regolarne la trascrizione, ossia il processo con cui l'informazione contenuta nei geni viene copiata in una molecola di Rna messaggero da tradurre poi in proteina.

Tra questi fattori di trascrizione Nac, i ricercatori ne hanno identificato uno che è espresso in particolare nelle foglie e nelle gemme fiorali: lo hanno chiamato Heb e hanno osservato che regola i geni coinvolti nel processo di senescenza, andando ad attivare segnali che determinano la disidratazione dei tessuti e lo smantellamento della clorofilla. Il suo silenziamento nel pomodoro porta alla produzione di piante che rimangono giovani e verdi più a lungo, con foglie dotate di una migliore capacità di fare fotosintesi e un contenuto più alto di clorofilla. Questo risultato, seppur preliminare, pone le basi per future applicazioni che consentiranno di sviluppare coltivazioni più longeve e produttive.

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