Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Neuroni nemici della routine, non lavorano mai in modo uguale

Neuroni nemici della routine, non lavorano mai in modo uguale

Conoscerli aiuterà a rendere l'intelligenza artificiale più simile al cervello

15 luglio 2019, 18:35

Redazione ANSA

ANSACheck

Rappresentazione artistica di neuroni (fonte: BBP/EPFL 2019) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di neuroni (fonte: BBP/EPFL 2019) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica di neuroni (fonte: BBP/EPFL 2019) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I neuroni sono nemici della routine. Il modo in cui processano le informazioni non è mai lo stesso perché si adattano alla loro complessità coinvolgendo o meno altri compagni. Lo ha scoperto una ricerca del Politecnico Federale di Losanna (Epfl), condotta nell’ambito del progetto svizzero Blue Brain e pubblicata sulla rivista Cell Reports. Oltre ad approfondire la conoscenza sul funzionamento del cervello umano, il risultato permetterà di mettere a punto algoritmi più efficienti per l’intelligenza artificiale.

È noto che i neuroni scompongono i segnali elettrici in arrivo in unità più piccole, che poi trasmettono ad altri neuroni attraverso i loro recettori, chiamati dendriti. Finora si pensava che ciò avvenisse con uno schema fisso, ma i ricercatori guidati da Willem Wybo hanno dimostrato che non è così: l’intensità degli impulsi trasmessi e il numero di neuroni reclutati per l’elaborazione dell’informazione variano ogni volta, in base alla complessità del segnale in arrivo. In altre parole, le cellule del cervello si adattano e si coordinano a seconda dei casi e lavorano insieme in modo dinamico.

“Lo stesso neurone può svolgere compiti diversi in circostanze diverse”, spiega Wybo, “e molte connessioni tra neuroni, le sinapsi, sembrano trovarsi in ‘zone grigie’ che non appartengono a nessuna unità di elaborazione, ma possono entrare a farne parte in caso di bisogno”. Questo significa che i neuroni sono in grado di elaborare le informazioni dividendosi i compiti, proprio come fanno i supercomputer: ogni unità lavora insieme alle altre, ma allo stesso tempo è autonoma e in grado di autoregolarsi, come accade nelle reti di apprendimento usate oggi nei sistemi di intelligenza artificiale.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza