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Nuove armi contro l'influenza, sono 'sosia' degli anticorpi

Nuove armi contro l'influenza, sono 'sosia' degli anticorpi

Positivi i primi test su topi e cellule umane

08 marzo 2019, 17:54

Redazione ANSA

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Particelle del virus dell 'influenza (fonte: www.medicalgraphics.de) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Particelle del virus dell 'influenza (fonte: www.medicalgraphics.de) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Particelle del virus dell 'influenza (fonte: www.medicalgraphics.de) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ottenute in laboratorio piccole molecole 'sosia' degli anticorpi contro l'influenza: sperimentate sui topi, hanno dimostrato di poter contrastare dosi letali del virus H1N1, riuscendo a neutralizzare l'infezione anche in cellule umane coltivate in provetta. Il risultato, che potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di farmaci antivirali da assumere per via orale, è pubblicato sulla rivista Science da un gruppo internazionale coordinato dallo Scripps Research Institute di La Jolla, in California, e dall'azienda farmaceutica Jannsen.

Le nuove molecole 'sosia' imitano il meccanismo d'azione dei cosiddetti anticorpi umani neutralizzanti ad ampio spettro (bnAbs), ovvero speciali anticorpi capaci di riconoscere una struttura comune a svariati tipi di virus, il 'gambo' della proteina emoagglutinina che si presenta sempre identico sulla loro superficie. Scoperti solo di recente, questi anticorpi sono stati utilizzati fin da subito per mettere a punto dei vaccini antinfluenzali 'universali', che però non sono di facile somministrazione: le piccole molecole 'sosia', al contrario, offrono come vantaggio quello di poter essere assunte più comodamente per via orale.

Tra 500.000 molecole candidate, i ricercatori ne hanno individuata una in particolare che ha dimostrato la promettente abilità di riconoscere un ampio spettro di virus influenzali legandosi a una regione specifica del gambo dell'emoagglutinina chiamata CR6261: perfezionata da un punto di vista chimico, la molecola 'sosia' è stata chiamata JNJ4796. Somministrata per via orale ai topi, ha dimostrato di offrire protezione contro dosi estremamente letali del virus H1N1, aumentando in modo significativo la sopravvivenza durante l'esposizione prolungata. Infine, la molecola è riuscita a neutralizzare l'infezione virale in cellule umane dell'epitelio bronchiale coltivate in provetta.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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