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Alessio, 'guerriero' a 5 anni contro tumore raro al palato

Alessio, 'guerriero' a 5 anni contro tumore raro al palato

In ospedale con musica Fedez; oggi sta bene,mai perso il sorriso

ROMA, 23 gennaio 2017, 15:17

Redazione ANSA

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Alessio, 'guerriero ' a 5 anni contro tumore raro al palato. In ospedale con musica Fedez - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessio,  'guerriero ' a 5 anni contro tumore raro al palato. In ospedale con musica Fedez -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Alessio, 'guerriero ' a 5 anni contro tumore raro al palato. In ospedale con musica Fedez - RIPRODUZIONE RISERVATA

A soli cinque anni ha dovuto tirar fuori le unghie e tutta la sua grinta per combattere contro un tumore raro, il sarcoma al palato che lo aveva colpito. E così ha fatto, senza scoraggiarsi e non perdendo mai la sua allegria: Alessio, racconta la sua mamma Silvana, "è un vero guerriero".
    Operazioni, terapie innovative, lunghi periodi in ospedale, ma alla fine ha avuto la meglio: la malattia è oggi debellata e Alessio è tornato a scuola, alla sua vita 'normale', sia pure tra i frequenti controlli medici cui continua a sottoporsi. E' troppo piccolo per raccontare, anche perchè, spiega Silvana, "della sua malattia non ama parlare molto; ne parla quando capita, quando c'è qualcosa che lo riporta col pensiero a quello, altrimenti è molto riservato. Ma quando nel 2015 abbiamo scoperto il tumore, Alessio ha affrontato questa prova dimostrando un'enorme forza per un bambino, non perdendo mai il suo sorriso, tanto che in varie occasioni è stato lui a dare la forza a noi genitori. Ora ha ripreso alla grande, frequenta la prima elementare e non sta mai fermo. E' il mio pagliaccio, il mio piccolo 'buffone', perchè affronta tutto con allegria". E nelle lunghe giornate in ospedale a fargli compagnia, dice Silvana, "è stata soprattutto la musica del rapper Fedez, che gli piace tantissimo. Ascoltava e ascolta le sue canzoni.
    Incuriosita le ho ascoltate anch'io e mi sono venuti i brividi, per il senso dei testi che parlano di 'cancellare tutto il male', di 'mesi in cui non ci si guarda allo specchio' e di individui addosso ai quali hanno messo una maschera. Sembrava in qualche modo la sua storia". Una storia che Silvana definisce un "calvario", ma che fortunatamente ha avuto un esito positivo. Il 'colpevole' è un tumore raro, un sarcoma del palato, curato grazie alla collaborazione tra il Policlinico di Modena, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova, Centro di Riferimento Nazionale per i Sarcomi Pediatrici e l'Istituto Oncologico Veneto di Padova-IRRCS, che ha permesso di utilizzare la brachiterapia, una particolare metodica che permette di irradiare tumori aggressivi localizzati in zone particolarmente difficili limitando al minimo gli effetti collaterali legati alla radioterapia, applicata sino ad oggi, in Italia, su cinque bambini. Tutto comincia nell'agosto 2015, quando ad Alessio, modenese, venne diagnosticato un sarcoma a cellule fusate del palato, un tumore raro (1% dei tumori pediatrici) ma dalla prognosi infausta (40% sopravvivenza) e che oggi è in remissione. "La storia - spiega Lorenzo Iughetti, Direttore Oncoematologia Pediatrica del Policlinico - comincia oltre un anno fa, quando i genitori di Alessio in vacanza notano una tumefazione nel palato del bambino, inizialmente pensano ad una irritazione ma poi, vedendo che la lesione aumenta di dimensioni, consultano un medico che prescrive una TAC.
    Purtroppo, l'esame radiologico non tranquillizza e viene consigliato un esame bioptico per avere una diagnosi precisa. I genitori decidono quindi di tornare a casa, a Modena per eseguire l'esame. Il responso della biopsia conferma il sospetto: un sarcoma del palato estremamente aggressivo". Nel frattempo la lesione è ancora aumentata, deformando anche il volto del bambino, così, dopo un consulto tra i medici dell'equipe di Chirurgia Maxillo-facciale, diretta da Luigi Chiarini, e quella di Oncologia Pediatrica del Policlinico di Modena si decideva di iniziare un programma di chemioterapia per cercare di ridurre le dimensioni della neoplasia prima dell'intervento chirurgico che altrimenti sarebbe risultato troppo invasivo. "Nonostante i numerosi trattamenti - aggiunge Monica Cellini, referente dell'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico - il tumore progrediva nella crescita. Abbiamo quindi condiviso la strategia con l'Oncoematologia pediatrica dell'Ospedale di Padova, diretta da Giuseppe Basso, che è Centro di riferimento nazionale per queste patologie e abbiamo deciso di tentare con l'intervento chirurgico seguito da un particolare trattamento radioterapico, la brachiterapia, in cui una sorgente di radiazioni è collocata all'interno dell'organismo, vicino all'area da irradiare". Questa metodica è svolta dalla Radioterapia dell'IRCSS-Istituto Oncologico veneto di Padova, diretta da Luigi Corti. Dopo aver illustrato e condiviso con i genitori il difficile percorso terapeutico, Alessio è stato quindi operato al Policlinico di Modena dall'equipe del professor Luigi Chiarini che ha rimosso il tumore, che era in una posizione molto delicata. Durante l'intervento, dopo la rimozione del tumore, il dottor Giovanni Scarzello, medico radioterapista della Radioterapia dell'Istituto Oncologico Veneto di Padova, ha posizionato nella zona tumorale degli speciali vettori che hanno fatto da guida ai fasci di radioterapia destinati a colpire direttamente la zona dove si trovava il tumore prima dell'asportazione chirurgica. Il giorno dopo l'intervento Alessio, ancora intubato, viene trasportato in elicottero a Padova per eseguire il trattamento brachiterapico.
    "Il bambino - spiega Iughetti - una volta terminato il trattamento a Padova che è durato 7 giorni, è rientrato a Modena dove con un nuovo intervento gli è stata inserita una protesi provvisoria e ha proseguito la convalescenza sino a quando ha potuto riprendere ad alimentarsi, a giocare, a sorridere. Oggi Alessio, a distanza di un anno dall'intervento chirurgico, sta bene e prosegue con i controlli che confermano la remissione del tumore".
    "Un 'guerriero' di 5 anni straordinario. Per noi tutto questo è stato un calvario, ma oggi possiamo sperare. Il mio messaggio a tanti genitori che vivono la nostra stessa esperienza - conclude Silvana - è di avere tanta fiducia nei medici, nella scienza, nelle nuove armi che oggi sono a disposizione. Queste esperienze tremende si possono capire veramente solo se le si vive, non si possono raccontare fino in fondo, ma il mio messaggio è di non perdere mai la fiducia e la speranza".
   

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