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Vivaldo, la mia rivincita in bicicletta contro il cancro al testicolo

A 19 anni tumore mi ha cambiato la vita

Redazione ANSA ROMA

 Tutto e' iniziato nel 2014, quando avevo appena 19 anni. Mi sono accorto di una protuberanza al livello dei testicoli. Ho fatto una ricerca su internet prima di andare dal medico, dalla quale emergeva che il rischio di tumore era piuttosto basso, quindi ho pensato che molto più probabilmente fosse una ciste visto che ne avevo avuta una tempo prima al polso. Ci ho messo 4-5 mesi prima di andare dal dottore. Passando il tempo ho avuto quello che i medici hanno definito uno scombussolamento ormonale, si gonfiavano i capezzoli e mi davano fastidio, mi provocavano dolore soprattutto quando praticavo le arti marziali, lo sport che avevo scelto, quindi mi sono deciso a fare una visita dal medico di famiglia. Mi ha chiesto se facessi uso di steroidi o cose del genere, visto che possono provocare questo tipo di reazione, ma avendo risposto di no mi ha chiesto se avessi notato qualcosa di strano al testicolo. Effettivamente era così, allora mi ha consigliato di fare un'ecografia. L'ho fatta il giorno seguente, gli ho portato i risultati e mi ha consigliato di andare da un suo amico urologo. L'urologo, dopo aver consultato anche i colleghi, mi ha detto che l'indomani avrebbe dovuto operarmi. Per me è stato come uno shock, credevo scherzasse, poi ho pensato che naturalmente non potesse farlo con una cosa così seria come la salute. Non c'erano neppure i miei genitori con me, doveva essere una semplice visita medica, quindi li ho dovuti subito avvertire.

Il giorno dopo ho fatto l'operazione, mi hanno fatto anche una biopsia per capire se il tumore fosse benigno o maligno. Purtroppo era maligno e richiedeva l'asportazione dell'intero testicolo. Ho fatto un'altra operazione una settimana dopo. Dopo l'operazione dalle analisi del sangue e' emerso che c'era ancora qualcosa che non andava, mi hanno fatto anche una Pet e hanno scoperto che c'era un nodulo al polmone sinistro. Era una metastasi. Mi hanno fatto incontrare quindi un oncologo, il dottor Mimmo Cosimo Stanislao Sacco, che mi ha spiegato ciò che c'era da fare e anche che le probabilità di guarigione erano alte. Io provavo tanta rabbia, nervosismo, perché ero costretto a fermare tutto il mio ciclo giornaliero di cose da fare. Per me che sono uno sportivo stare a letto e non fare attività fisica era una brutta prospettiva, e poi frequentavo il quinto anno delle scuole Superiori e avevo la Maturità. La settimana dopo ho iniziato la chemioterapia, quattro cicli, e visto che ogni volta per una settimana intera, dal lunedì al venerdì, trascorrevo sei ore sul letto con la flebo, ho iniziato a pensare cosa potevo e dovevo fare. Mi sono imposto, durante i cicli di chemio, che dovevo riscattarmi dalla malattia. Ho iniziato a pensare che volevo viaggiare e vedere l'Italia, e come supporto ho cominciato a pensare alla bicicletta. Da qui il progetto di realizzare una app per smartphone con una sorta di tabella di marcia, in cui inserire le tappe del viaggio e che calcolasse parametri come le distanze. Non solo: ho letto molti libri e mi sono interessato di politica internazionale, cosa che con la scuola e alla mia età i ragazzi non tendono spesso a fare. Ho dovuto fare i conti anche col fatto che molti amici fossero spariti di colpo, una cosa che considero dolorosa. Solo uno, della mia età, e' venuto a trovarmi qualche volta in ospedale. Ho stretto una bellissima amicizia con un "ragazzo" che ormai ha superato la soglia dei 40, che si chiama Andrea . Ci eravamo prefissati l'obiettivo di guardare un film al giorno. Averlo al mio fianco è stato veramente di grande compagnia e di sostegno, e ora ovviamente, siamo due grandi amici. Ricordo che facevamo impazzire le infermiere tra cavi dei computer e scatoloni per creare il supporto per il computer, e ricordo che ci scambiavamo i panini che le infermiere ci portavano. Alla mattina, si faceva persino gara di chi si presentava prima al Day Hospital, oppure ci si lamentava delle infermiere che non riuscivano a trovare la vena.
    Insomma, questa era la nostra quotidianità, fatta anche di piccoli piaceri e passatempi.

  Per fortuna in questo ho avuto anche il supporto di uno psicologo. Ho fatto l'ultimo ciclo di chemio il 31 dicembre 2014 a giugno dell'anno dopo ho fatto la maturità portando come progetto proprio l'app che avevo realizzato e il 1° di luglio sono partito in bici. Ho visitato città come Padova, Ferrara, Ravenna, San Marino, Gubbio, Assisi, Roma e poi anche la Sicilia, fino a arrivare sull'Etna e a Palermo per la festa di Santa Rosalia. Avevo concordato con mamma tre chiamate al giorno, e ho utilizzato la piattaforma di couch-surfing per trovare ospitalità. Il tutto e' durato 15 giorni. Poi sono tornato in Friuli, a Codroipo dove vivo. Ma l'anno dopo, avendo ripreso in mano la mia vita con più grinta, consapevolezza, fiducia e positività, ho deciso che dovevo continuare con i viaggi. Il dottor Sacco e lo psicologo, il dottor Fabio Barban, mi hanno spinto ad aprire un blog per raccontare la mia storia e l'ho fatto. Il blog si chiama amicoadueruote.it . C'è sempre timore a raccontarsi, con alcune persone vuoi farlo con altre no. L'idea per il nuovo viaggio era contattare un'associazione che si occupasse di pazienti oncologici, mi hanno indicato l'Associazione di pazienti oncologici ANGOLO ONLUS (www.associazioneangolo.it) che ha sede nazionale presso il Centro di Riferimneto Oncologico (CRO) di Aviano. Una volta conosciuta la presidente dell'associazione, Marilena Bongiovanni mi ha parlato della dottoressa Lucia Fratino, che conduce delle ricerche in ambito uro-oncologico, e ho pensato che il viaggio potesse essere utile a questa importante ricerca, lanciando così una raccolta fondi. Mi sono allora rivolto alla piattaforma online la Rete del Dono, che si occupa proprio di crowdfunding. E cosi', il 22 giugno 2016, sono partito per un nuovo viaggio in bici in Europa. Ho percorso in totale circa 3 mila chilometri in 26 giorni, iniziando in Scozia, passando poi per Amsterdam dove abita mia zia, e ripartendo per Belgio, Lussemburgo, Francia, Germania. Alla fine del viaggio sono stati raccolti 1800 euro, destinati alle ricerche della dottoressa Fratino. Ho fatto anche un video (https://www.youtube.com/watch?v=41u5GVk0PN4&t=105s) che è' stato proiettato in un convegno nella mia città, al quale hanno partecipato anche alcuni medici del CRO di Aviano per spiegare i passi avanti fatti dalla ricerca per la cura di questo tumore. Ora ho meno tempo, ho iniziato l'Universita' a Udine dove studio Ingegneria, ma ho in programma un nuovo viaggio durante il prossimo anno: o collettivo con i medici, da Udine fino a Catania dove si svolge un convegno sul tumore al testicolo, oppure verso una meta ambita dai ciclisti, Capo Nord.
    

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