L'osteosarcoma, tumore dell'apparato muscolo- scheletrico, è una malattia rara, per la quale si registrano circa 100 nuovi casi l'anno in Italia. Viene definito una patologia dei giovani: ha l'incidenza più alta in adolescenza, ma si può manifestare anche nei bambini e nei giovani adulti, mentre è molto meno frequente dopo i 40 anni di età.
La cura prevede un 'trattamento sandwich', fatto di chemioterapia prima e dopo l'intervento chirurgico. A spiegarlo la dottoressa Virginia Ferraresi, Oncologia Medica 1 dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena.
"La chemioterapia è essenziale nell'osteosarcoma, è un momento importantissimo, anche perché questo tumore è aggressivo ma è anche uno dei più chemio- sensibili- spiega Ferraresi- la chemio non serve solo a ridurre le dimensioni del tumore , in modo da rendere gli interventi più piccoli, ma agisce da subito anche sulle eventuali metastasi già in circolo". "Se il paziente viene trattato con i moderni protocolli- aggiunge l'oncologa- la curabilita' si attesta tra il 50 e il 60 per cento. Se non ha ricadute entro primi cinque anni ha una buona chances di guaribilita': per intenderci, se il 50-60 per cento che riusciamo a curare non ha ricadute, in sostanza, viene considerato guarito anche se i controlli periodici continuano ancora per qualche tempo". "A differenza del passato, in cui in quasi il 100% dei casi di osteosarcoma degli arti si ricorreva all'amputazione - rileva inoltre Ferraresi- ora la percentuale si è notevolmente abbassata e si fanno interventi detti resezioni conservative, che non portano a togliere l'intero arto. Se anche però così dovesse essere, l'ortopedia offre molte possibilità: per i bambini, che hanno un organismo in crescita,ci sono addirittura protesi allungabili" . "Il dolore che si avverte all'inizio viene scambiato a quello successivo a una distorsione, un trauma, soprattutto nei ragazzi che fanno sport- sottolinea inoltre l'esperta- quello che deve allarmare è se è persistente e non regredisce nel tempo, e se magari a questo può associarsi la comparsa di una tumefazione, di un gonfiore". Fatta la diagnosi ci sono poi programmi articolati da seguire. "Anche per questo tumore- conclude Ferraresi- ci sono protocolli con farmaci immunoterapici a livello internazionale, ma i dati preliminari dell'immunoterapia devono essere ulteriormente approfonditi".