La prima arma contro il tumore dell'ovaio e' la chirurgia ma nel percorso di cura ci sono anche nuovi farmaci. A spiegarlo è Giovanni Scambia, direttore della ginecologia oncologica del Policlinico Gemelli di Roma. "Si esegue anche più di un intervento durante i vari trattamenti - evidenzia Scambia - e oggi abbiamo inoltre anche una disponibilità di farmaci superiori. Oltre alla chemioterapia i farmaci antiangiogenetici, che tolgono 'nutrimento' al tumore. Vi sono poi Parp inibitori che agiscono in maniera selettiva sulle cellule mutate che provocano il tumore ovarico. Con le continue novità e i farmaci nuovi quella contro questo cancro e' una battaglia che si può combattere". Al Gemelli, considerato centro di riferimento principale per questa forma di tumore, come spiega Scambia vi è quella che potrebbe essere definita una 'Ovarian Cancer Unit', con un team dedicato composto da ginecologi, oncologi, anatomopatologi, psicologi e altre figure professionali.
"Seguiamo molte donne, le nuove diagnosi sono 250-300 l'anno" sottolinea l'esperto. Importante, anche se piuttosto difficile, secondo Scambia e' poi una diagnosi precoce del tumore dell'ovaio: l'80% delle donne arriva a identificare la malattia tardi perche' i sintomi sono troppo vaghi (ad esempio consistono in dolori addominali). Ma si aprono delle possibilità. Con uno studio sempre più approfondito della storia familiare e spiragli emersi da una ricerca inglese di recente pubblicazione i cui risultati vanno ulteriormente verificati ma secondo cui, eseguendo con sistematicità un'ecografia transvaginale e esaminando alcuni marcatori del sangue come il Ca125, si potrebbe arrivare a identificare la malattia un po' prima, giovandosi di un intervento tempestivo. "La diagnosi precoce - sottolinea l’esperto - sarebbe importantissima ma spesso non si riesce a fare. Il problema è che non esiste una tipologia di paziente a rischio anche se oggi sappiamo che in qualche caso il rischio può esserci per familiarità. Chi ha una mamma e una nonna, o una mamma e una zia con precedenti tumori ad ovaio o mammella può eseguire il test genetico ed eventualmente eliminare il rischio levando le ovaie. Si tratta di circa il 20-25% dei casi".
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