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Vaiolo scimmie: Oms, possibile fermare trasmissione virus

Vaiolo scimmie: Oms, possibile fermare trasmissione virus

Primo caso in Toscana, nel Lazio 15 in isolamento

FIRENZE, 24 maggio 2022, 13:59

Redazione ANSA

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Vaiolo delle scimmie - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vaiolo delle scimmie - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vaiolo delle scimmie - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattie non è endemica: lo ha detto Maria Van Kerkhove, a capo della ricerca sulle malattie emergenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
"L'identificazione precoce e l'isolamento dei casi" di vaiolo delle scimmie "fanno parte delle misure raccomandate dall'OMS e dall'ECDC", ha sottolineato Van Kerkhove aggiungendo che al momento non vi sono casi gravi.

Non è ancora chiaro se il virus responsabile del vaiolo delle scimmie abbia subito una mutazione: la risposta potrà arrivare solo dall'analisi della sua sequenza genetica. Lo ha detto Rosamund Lewis, a capo della ricerca sul vaiolo delle scimmie nell'ambito del programma per le emergenze dell'Oms.

"Sono stati identificati diversi casi di vaiolo delle scimmie tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, ma non è una malattia omosessuale, come hanno cercato di etichettare alcune persone sui social network". Lo ha sottolineato Andy Seale, consulente strategico per i programmi globali dell'OMS su HIV, epatite e infezioni sessualmente trasmissibili.

Primo caso di vaiolo delle scimmie in Toscana, il quarto in Italia: all'ospedale San Donato di Arezzo ricoverato un uomo di 32 anni rientrato da una vacanza alle isole Canarie. E' quanto si legge in una nota diffusa dalla Asl Toscana Sud Est in cui si legge che "Azienda e Istituto nazionale Spallanzani di Roma informano che un uomo di 32 anni di Arezzo rientrato nei giorni scorsi da una vacanza alle isole Canarie è risultato positivo al vaiolo delle scimmie, ed è ricoverato presso il reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Donato. Si tratta di una persona rientrata in Italia il 15 maggio che ha presentato rapidamente i sintomi della malattia".

Intanto "nel Lazio ci sono 15 persone in isolamento mentre i casi restano tre e si tratta di tre persone ricoverate allo Spallanzani in buone condizioni cliniche". Lo dichiara l'Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. I 15 in isolamento sono contatti dei tre contagiati ai quali si è risaliti con il contact tracing. 

L'Asl spiega che il 32enne, "nei giorni tra il 15 ed il 20 maggio non ha avuto contatti con i propri familiari, in quanto l'uomo vive da solo. Il giorno 20 maggio si è fatto visitare dal proprio medico di base che lo ha indirizzato agli ambulatori di malattie infettive": è stato "immediatamente preso in carico dai medici del reparto in quanto presentava delle lesioni cutanee suggestive per l'infezione". E' stato così contattato l'Istituto Spallanzani "sia per un parere sulle lesioni, confermando il sospetto clinico posto ad Arezzo in quanto risultavano simili a quelle dei 3 pazienti da loro ricoverati, sia per l'invio dei campioni per la conferma di laboratorio". I tamponi sono stati inviati il 21 maggio al laboratorio di virologia dello Spallanzani e "il giorno successivo - prosegue la Asl - è stata comunicata la positività di tutti i campioni esaminati".

Contemporaneamente il servizio di prevenzione della Asl "ha provveduto ad individuare tutti i contatti della persona che sono stati raggiunti e per i quali è prevista una sorveglianza sull'insorgenza dei sintomi per i prossimi 21 giorni. I sintomi e segni da attenzionare sono le lesioni cutanee (vescicole e pustule), febbre, malessere e ingrossamento dei linfonodi".

La maggior parte dei casi attuali di vaiolo delle scimmie in Europa "si è presentata con sintomi di malattia lievi e, per la popolazione più ampia, la probabilità di diffusione è molto bassa". Così Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha pubblicato una prima valutazione del rischio della malattia. "Tuttavia, la probabilità di un'ulteriore diffusione del virus attraverso uno stretto contatto, ad esempio durante le attività sessuali tra persone con più partner, è considerata alta", si legge nella valutazione dell'Ecdc.



   

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