"Non si è mai trattato di uno
scontro, al di là di quello che viene raccontato. Non è solo
colpa dei giornali, ma anche di quella parte di classe politica
che alimenta lo scontro, che trasforma in scontro un confronto
che è istituzionale. Ci sono materie su cui inevitabilmente ha
inciso la pandemia. All'inizio bisognava solo riorganizzare la
sanità, però poi si è visto che dovendo noi cambiare la nostra
vita, modificare le nostre azioni, alla fine la pandemia ha
inciso su tante materie concorrenti tra Stato e Regioni, non
vedo altre strade se non quella della leale collaborazione. Lo
Stato può utilizzare i poteri sostitutivi, ma ritengo che debba
essere fatto solo in casi eccezionali. Io e il premier Conte
preferiamo mediare, lo abbiamo sempre fatto, anche la notte.
Discutere non significa litigare, ma ascoltare il punto di vista
degli altri. Se oggi l'Italia è percepito come uno dei Paesi più
sicuri al mondo è perché il metodo ha funzionato. Nei primi 3
mesi di pandemia il governo è stato accusato di utilizzo
eccessivo della forza e di decisionismo spinto. Dal 3 giugno in
poi, come era stato concordato, le regioni hanno ripreso a
camminare da sole, nell'ambito di un monitoraggio dell'epidemia.
Alcune regioni, in funzione della loro condizione
epidemiologica, hanno ritenuto di riaprire le discoteche, noi
avevamo detto che non eravamo d'accordo, altre regioni non le
hanno aperte. Lo Stato deve intervenire quando ci sono delle
emergenze. Mentre una parte dell'opposizione soffiava sul fuoco
e il governo ha chiesto ad alcuni medici in pensione di tornare
al lavoro, ci sono arrivate 8mila domande di medici e oltre
9mila di infermieri. Quando accade questo in un Paese significa
che la politica ha il dovere di alimentare questo sentimento
collettivo, non di alimentare la rabbia. Noi avevamo a che fare
con una parte dell'opposizione che prima pensava di dare una
spallata al governo col virus, poi all'Europa, ora cerca di
sfruttare la questione scuola. C'è chi concepisce la politica
come alimentazione dello scontro. Quelli che pensano che
avrebbero gestito meglio la pandemia rispetto a questo governo
sono gli stessi che negavano l'esistenza del virus, che dicevano
che Johnson e Bolsonaro avevano ragione parlando di immunità di
gregge. Noi non abbiamo mai giocato e non giocheremo mai una
partita contro le opposizioni". Così il ministro per gli Affari
Regionali Francesco Boccia a Radio Cusano Campus.
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