Pochi alberi, molto asfalto e smog:
nelle aree urbane l'emergenza caldo si somma all'inquinamento,
rendendo le città vere e proprie "isole di calore". A puntare
l'attenzione sul problema è il Ministero della Salute, che ha
pubblicato il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione degli effetti
del caldo sulla salute, la cui principale novità consiste in una
sezione specifica sugli effetti dell'inquinamento.
Nel Sud Europa, spiegano le nuove Linee di Indirizzo per la
Prevenzione, "i cambiamenti climatici stanno causando un aumento
degli eventi meteorologici estremi come ondate di calore, piogge
intense e allagamenti costieri, una diffusione di nuove specie
di vettori di malattia", oltre a peggior qualità dell'aria e
incendi. In particolare, nel contesto internazionale, il nostro
Paese "registra gli effetti più elevati del caldo sulla
mortalità giornaliera". Tutto questo si aggrava in città,
complice l'asfalto, lo smog, i condizionatori giorno e notte, ma
anche la scarsa presenza di alberi. Al contrario invece, "la
presenza in città delle aree verdi diminuisce in maniera
importante gli effetti delle isole di calore, mediante
l'ombreggiamento, l'evaporazione e la traspirazione". Un albero,
infatti, "raffredda per una potenza di 20-30KW e un'area verde
urbana di 1500 mq raffredda in media 1,5 gradi e diffonde i suoi
effetti a 100 metri di distanza". La riduzione degli effetti
delle isole di calore può però essere attuata, nel presente,
"con un approccio migliorativo della situazione esistente", ad
esempio "implementando le aree verdi anche attorno agli
edifici". Mentre, in futuro, bisognerebbe puntare a "una
progettazione più funzionale a livello di città, quartiere e
palazzo", ad esempio considerando la distanza tra gli edifici,
la circolazione dei venti, e la scelta dei materiali in base
alle proprietà di accumulo termico.
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