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Di cosa sono fatti e come si utilizzano i materiali per rigenerare l'osso?

Di cosa sono fatti e come si utilizzano i materiali per rigenerare l'osso?

A cura di Federico Ausenda, membro della Commissione dedicata SIdP

21 aprile 2023, 17:51

Redazione ANSA

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Federico Ausenda, membro della Commissione dedicata SIdP. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Federico Ausenda, membro della Commissione dedicata SIdP. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Federico Ausenda, membro della Commissione dedicata SIdP. - RIPRODUZIONE RISERVATA

La parodontite è una malattia molto diffusa nella popolazione adulta e se non trattata può portare al riassorbimento dell’osso alveolare e alla perdita dei denti. L'obiettivo della terapia parodontale è quello di mantenere i denti del paziente attraverso il controllo dell'infezione e la correzione delle aree di riassorbimento osseo causate dalla malattia. Le terapie parodontali chirurgiche consentono di rigenerare i tessuti parodontali (osso, legamento parodontale e gengiva) andati perduti. Il potenziale biologico di rigenerazione del parodonto è molto alto e può essere ulteriormente sfruttato grazie all’utilizzo di vari biomateriali che permettono di ottimizzare i risultati della terapia correttiva. 

Ma che cos'è un innesto osseo? Per innesto osseo si intende il posizionamento di un materiale rigenerativo all’interno di un difetto (area di riassorbimento osseo del mascellare superiore o inferiore) eseguito per aumentare il volume o per rigenerare la quantità di osso andata perduta. Il materiale da innesto può essere prelevato dal paziente stesso (autologo), può avere origine animale (xenoinnesto), o sintetica. L'utilizzo di questi materiali è oggetto di studio da diversi decenni e numerevoli studi hanno dimostrato che si tratta di una modalità sicura e predicibile per ricostruire l’osso andato perduto.

In genere una persona può avere bisogno di un innesto osseo a seguito di:

• Estrazione dentale

• Trauma

• Riassorbimento osseo causato da parodontite

• Sostituzione di un dente mancante con un impianto dentale

Gli interventi di rigenerazione ossea si eseguono generalmente in ambito ambulatoriale. Dopo un’accurata anestesia locale (la stessa di quando si esegue un’otturazione) si pratica una piccola incisione a livello della gengiva e dopo avere pulito e disinfettato la zona che presenta il deficit osseo, il materiale da innesto viene inserito per riempire il difetto. In molti casi l'innesto viene coperto da una membrana (riassorbibile in collagene o non riassorbibile, da rimuovere in una seconda fase) per assicurare maggiore protezione e impedire la proliferazione del tessuto gengivale nella zona dove si vuole invece rigenerare tessuto osseo. Per fornire stabilità e protezione all’innesto osseo, è possibile utilizzare mesh in titanio customizzate. Si tratta di griglie che vengono realizzate su misura per ogni singolo difetto seguendo l’anatomia analizzata dopo un esame radiografico in 3D (CBCT). A differenza delle membrane non riassorbibili, questo tipo di dispositivi adattandosi con grande precisione all’anatomia del difetto riducono i tempi operatori favorendo la guarigione. Esistono anche molecole che vengono impiegate per favorire la rigenerazione degli innesti. Si tratta di gel contenenti proteine derivate dalla matrice dello smalto dentale o più recentemente polinucleotidi e acido ialuronico, in grado di stimolare e favorire la vitalità cellulare potenzialmente velocizzando la maturazione degli innesti. Infine i lembi delle gengive vengono riposizionati e la piccola incisione viene chiusa con dei punti di sutura.

La maggior parte di questi interventi hanno un decorso post operatorio piuttosto semplice anche se ci si può aspettare un minimo gonfiore e dolore controllabile con dei comuni analgesici. Questi effetti collaterali hanno generalmente una durata di pochi giorni. Solitamente dopo un intervento di rigenerazione ossea il paziente è in grado di riprendere la normale attività lavorativa e di vita sociale dopo alcuni giorni. Tuttavia il processo di guarigione a livello osseo dura diversi mesi. Qualora la rigenerazione ossea sia stata fatta al fine del successivo posizionamento di un impianto dentale, questo potrà essere posizionato dopo un periodo di guarigione che va dai quattro sino anche ai dodici mesi di guarigione. Il tempo necessario dipende da diversi fattori quali il tipo di innesto osseo, l'area nella quale l'innesto è stato posizionato, la dimensione del difetto e la capacità di guarigione individuale. Lo sviluppo delle tecniche chirurgiche in parodontologia ha portato oggi ad un approccio minimamente invasivo dove le incisioni possono avere dimensioni di pochi millimetri. Si è visto inoltre che in alcuni casi è possibile rigenerare difetti parodontali contenitivi e ricostruire tessuto osseo andato perduto senza l'inserimento di materiali da innesto purché venga rispettata la stabilità del coagulo che poi si trasformerà in nuovo osso.

Quando invece l’innesto viene posizionato per rigenerare il volume osseo in vista del posizionamento di un impianto dentale, (dopo la perdita di un dente), il solo coagulo non sarà sufficiente, sarà quindi necessario utilizzare dei biomateriali da innesto che svolgeranno una funzione di impalcatura e manterranno lo spazio in modo tale da permettere al corpo di rigenerare i tessuti andati perduti. Le potenzialità di rigenerazione dei tessuti orali sono molto grandi e tante sono le tecniche e i materiali a disposizione. Il tuo odontoiatra saprà informarti e consigliarti al meglio.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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