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La recessione gengivale influenza salute e durata del dente?

La recessione gengivale influenza salute e durata del dente?

Risponde il dottor Francesco Cairo, esperto Sidp

18 marzo 2019, 18:40

Redazione ANSA

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il dottore Francesco Cairo - RIPRODUZIONE RISERVATA

il dottore Francesco Cairo - RIPRODUZIONE RISERVATA
il dottore Francesco Cairo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Capita che il paziente si rivolga molto allarmato ad un professionista vedendo un dente "più lungo". Spesso la causa è la recessione gengivale, che consiste nella retrazione della gengiva con conseguente fastidiosa esposizione della radice del dente.
    Un gruppo di ricercatori fiorentini ha analizzato la percezione del paziente di avere recessioni gengivali e la richiesta di terapia. Solo 1 recessione su 3 viene riconosciuta dal paziente stesso e l'11% richiede una terapia. Questo in particolare in pazienti più giovani ed in denti nella zona anteriore della bocca.
    Le recessioni, sottolinea il Professor Francesco Cairo, docente presso l'Università degli Studi di Firenze e tesoriere della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, consistono nello spostamento della gengiva dalla posizione originaria con esposizione della radice. Possono essere più o meno profonde. Per lo più sono di natura traumatica legate a tecniche di igiene non corrette. Per alcuni pazienti, indipendentemente dall'entità di radice esposta, possono essere causa di aumentata sensibilità o di disagio estetico.
    Le recessioni più profonde possono rappresentare anche un problema per il dente in quanto la radice esposta può andare incontro a processi di decalcificazione che possono deteriorare l'integrità dell'elemento radicolare. Talvolta le abrasioni della radice sono talmente profonde che possono causare l'esposizione del canale radicolare. In alcuni casi è necessario dover procedere con la devitalizzazione. Vi sono poi situazioni in cui le recessioni gengivali sono molto profonde e strette rendendo assai difficile contrastare la formazione della placca da parte del paziente. Questo inconveniente determina concomitante e sgradevole infiammazione gengivale. In casi estremamente gravi ed avanzati possono anche aumentare il rischio di perdita del dente a seguito della perdita di attacco clinico.
    Recentemente nel congresso Europeo della Federazione di Parodontologia, svoltosi ad Amsterdam, dove tra le altre cose è stata stilata una nuova classificazione delle malattie gengivali, si è stabilito che l'esposizione radicolare è un elemento negativo che può influenzare il mantenimento della salute del dente. E' pertanto opportuno, conclude l'esperto, sottoporsi a visite periodiche in cui il paziente sia informato sullo stato di salute e sulle tecniche che deve adottare per mantenere l'integrità dei tessuti gengivali per prevenire le recessioni gengivali.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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