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Scoperto il gene delle radici dei denti, obiettivo per cure future

Uno studio italiano su due fratellini che li avevano persi

Redazione ANSA ROMA

   E' stato individuato per la prima volta un gene coinvolto nella formazione della radice dei denti e della struttura parodontale che ancora il dente all'osso. La scoperta, realizzata da ricercatori dell'Università di Ferrara, è stata appena pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Genetics.
    Tutto è partito dal caso di due bimbi di origine pakistana e residenti in Italia. I due fratellini presentavano una perdita estremamente precoce dei denti, da pochi mesi a qualche anno dopo l'eruzione. Una perdita di questo tipo può essere associata a condizioni genetiche come la sindrome di Down, ma in questo caso erano state escluse. Si trattava pertanto di un 'misterioso caso' da risolvere. "Abbiamo pertanto esaminato il corredo genetico dei due bambini, trovando che condividevano una variante del gene VCAN, un gene chiave coinvolto nella formazione del cemento radicolare e dunque nella formazione dell'intero supporto parodontale del dente. La variante rara H2665L provoca un nuovo fenotipo recessivo che altera la produzione di una macromolecola, un proteoglicano, causando l'arresto della formazione della radice del dente", commenta uno degli autori senior della ricerca, Leonardo Trombelli, direttore del Centro di ricerca per lo studio delle malattie Parodontali e Perimplantari dell'Università di Ferrara.
    La scoperta, frutto della collaborazione con i ricercatori dell'Unità di Genetica Medica della stessa sede universitaria, potrebbe far ipotizzare in futuro implicazioni terapeutiche. "Se ammettiamo che il proteoglicano codificato dal gene VCAN abbia ruolo chiave nella formazione della struttura parodontale è immaginabile che ci possano essere in futuro interventi terapeutici che ne prevedano un utilizzo per lesioni dovute a traumi o a forme gravi di parodontiti". 

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