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Febbre o mal di gola, 3 regole per capire se restare a casa

Genitori in difficoltà nella decisione di non far uscire i bimbi

Redazione ANSA ROMA

Naso che cola, qualche linea di febbre, diarrea. Tutti sintomi molto comuni durante l'inverno tra i bambini, ma quando scegliere di non farli andare a scuola? Un dilemma per i genitori, che sembrano essere in difficoltà nella scelta. A rivelarlo un sondaggio americano, svolto dal University of Michigan C.S. Mott Children's Hospital, su 1442 genitori con almeno un figlio dai 6 ai 18 anni. Un genitore su cinque, ad esempio, sceglie di mandare comunque i figli a scuola anche se hanno la dissenteria, mentre il 58% opta per lasciarli a casa se hanno vomitato una volta. La stessa scelta per il 49% se hanno una leggera febbre a cui non si associano altri sintomi, o ancora per il naso che cola e la tosse (12%) o per gli occhi arrossati che lacrimano (16%). Dagli esperti arrivano dei consigli per orientarsi al meglio, da associare magari a una telefonata al proprio medico di fiducia per chiarire ogni dubbio che rimane.


    1.Il bimbo ha il naso che cola, ma è di buon umore, gioca e mangia? Si può mandarlo a scuola, con dei fazzolettini extra. Ma se i sintomi sono accompagnati da diminuzione dell'appetito, letargia, cambiamento di umore o difficoltà di respirazione, meglio chiamare il medico

 

2.Un picco di febbre non significa sempre qualcosa di serio. Se il bimbo è attento e propenso al gioco, un giorno di scuola probabilmente non farà male. Ma se la febbre persiste per più di tre giorni o è associata ad altri sintomi (come svogliatezza o vomito), meglio tenerlo a casa, e prendere in considerazione di chiamare il medico.

 

3. La causa di diarrea e vomito potrebbe variare da un virus all' intossicazione alimentare. Se i sintomi interferiscono con la giornata scolastica, sono accompagnati da dolore o febbre o se il bambino è troppo piccolo per gestirli (per esempio andare in bagno, essere cosciente del lavaggio delle mani) meglio lasciarlo a casa.

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