Molti in Kenya sono in lutto in
queste ore per la scomparsa di una bergamasca a buon diritto
definibile un "angelo della solidarietà italiana" nel grande
Paese dell'Africa orientale: l'anziana Piera Chiodi, che per
oltre tre lustri ha prestato aiuto soprattutto a piccoli orfani
sieropositivi, i più innocenti fra gli sfortunati.
"Mama Piera" con una sola "m", come era chiamata da chi la
conosceva senza poter fare altro che amarla, aveva 80 anni.
Secondo quanto si è appreso a Nairobi, è deceduta
improvvisamente per un non meglio precisato "malore", lasciando
paradossalmente orfana la propria creazione: un orfanotrofio con
oltre 130 bambini in gran parte sieropositivi nel villaggio di
Mambrui, a nord della città costiera e turistica di Malindi.
La dirigeva da sola, quell'istituzione quintessenza della
bellezza e dell'afflizione che l'Africa offre e causa in
proporzioni gigantesche: l'orfanotrofio sorge nei pressi di
spiagge da post su Instagram, tutte palme, sabbie bianche e mare
dalle infinite sfumature di verde e di blu; la struttura però
ospita bambini tutti con gli occhi cui manca una mamma alla
quale sorridere e con il virus dell'Aids annidato nei linfociti.
Sono una frazione di quegli oltre 111 mila bimbi
sieropositivi che l'Unicef aveva stimato due anni fa. Il suo
orfanotrofio ('Children Centre') si chiama 'Asante sana':
"Grazie tanto", in lingua swahili e Chiodi l'aveva fondato nel
2007 insieme al marito Roberto, già deceduto.
La sua fama era tale che negli ultimi anni madri povere e
malate di Aids si recavano con un fardello davanti a quella
sorta di "ruota degli esposti" di Mambrui che è il cancello di
'Asante Sana'. Un gesto disperato dettato da una speranza: che
"Mama Piera" avrebbe potuto offrire al loro piccolo l'inizio di
una vita migliore.
La donna aveva iniziato con la creazione di due dormitori per
bambini infettati dall'Hiv, uno maschile e uno femminile.
Strutture che avevano quei servizi igienici spesso inesistenti
nelle baraccopoli e nei villaggi kenioti. Poi ci aveva aggiunto
un grande refettorio con cucina. Il suo impegno aveva generato
anche un asilo e una scuola elementare con otto classi dove
lavorano 13 fra insegnanti e altro personale scolastico ora
sgomenti.
Il tutto usando solo donazioni che arrivavano dall'Italia,
attratte e rassicurate dalla sua onestà ed energia, quest'ultima
profusa lavorando di concerto con Suor Nadia, una religiosa
veneta che gestisce un altro centro a Ndithini, vicino a
Nairobi.
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