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Diventare genitori?E' sempre un'adozione,libro spiega perché

Inseguire 'l'ideale' impedisce relazioni sane in famiglia

Redazione ANSA ROMA

"Un genitore, anche quando lo abbia messo al mondo in modo naturale, deve sempre adottare il proprio figlio. E, di contro, il bimbo prima o poi deve compiere lo stesso gesto verso il genitore". Per questo, "parlare di adozioni significa parlare dei legami che si costruiscono in qualsiasi famiglia". Questa la tesi del libro "Noi ti adottiamo, tu ci adotti. Un viaggio dalle radici ai frutti", della psicoterapeuta Maria Luisa Papa (Edizioni Tau, 2018). Il libro alterna la riflessione alla narrazione romanzata, attraverso le vicende di due genitori alle prese con il desiderio di avere un figlio, la frustrazione di non riuscire ad averlo e, infine, la decisione di adottarlo.

Ma adottare, spiega l'esperta, significa innanzitutto accogliere e accettare consapevolmente l'altro, un passaggio che qualsiasi rapporto sano presuppone. Spesso, chiarisce Papa, che lavora al Servizio Adozione del Comune di Perugia, "un figlio avrà caratteristiche fisiche ed emotive diverse dall'immagine idealizzata che i genitori si sono costruiti durante l'attesa. E questo vale anche per i genitori adottivi". Viceversa, prosegue, "per molti figli i genitori non sono esattamente come li avrebbe voluti, sono lontani cioè da quell'ideale che, nella sua immaginazione, avrebbero potuto contribuire a farne un figlio perfetto".

La parola chiave, e uno dei temi principali del libro è proprio, 'idealizzazione', quella che "impedisce la possibilità di costruire una relazione salutare tra figli e genitori". Allora, una volta compreso che questa sensazione non va colpevolizzata ma osservata, bisogna fare un secondo step. Ovvero "scegliere, come propri, quella madre e quel padre, così come scegliere quel figlio o quella figlia".
   

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