Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Suoni gentili durante il sonno combattono i deficit di memoria

Migliorando il sonno profondo, forse utile contro la demenza

Redazione ANSA ROMA

Una stimolazione sonora durante il sonno profondo usando dei toni 'dolci', il cosiddetto 'rumore rosa', riesce a migliorare la memoria di persone con deficit cognitivi e quindi a rischio di Alzheimer. La memoria migliora tanto di più, quanto più la stimolazione sonora riesce ad aumentare il sonno profondo.
    Lo rivela uno studio clinico pilota condotto da Roneil Malkani, della Northwestern University Feinberg School of Medicine e pubblicato sulla rivista Clinical and Translational Neurology. Gli esperti hanno chiesto a un piccolo gruppo di volontari con lieve declino cognitivo (una condizione patologica che spesso precede l'Alzheimer vero e proprio) di dormire due volte nel loro laboratorio del sonno. In una delle due sessioni, gli esperti hanno usato il rumore rosa in concomitanza del sonno profondo (quando il cervello - monitorato con strumenti ad hoc durante il sonno - emette onde lente); nell'altra notte i volontari non hanno ricevuto alcuna stimolazione sonora. In entrambe le sessioni gli esperti, la sera prima di andare a letto, hanno chiesto ai volontari di leggere e memorizzare coppie di parole e poi al mattino successivo di riferire il maggior numero di parole che riuscivano a ricordare. Ebbene, dopo la notte con la stimolazione sonora i partecipanti ricordavano più parole al mattino dopo e la memoria risultava tanto più migliorata, quanto più la stimolazione sonora risultava in grado di aumentare la durata del sonno profondo.
    "I nostri risultati suggeriscono che il sonno profondo è un importante e concreto bersaglio terapeutico per persone con lieve declino cognitivo" - ha dichiarato Malkani. "I nostri risultati confermano il ruolo del sonno nella memoria e anche nella sua perdita in caso di disturbi del sonno". "Suggeriscono, quindi, che migliorare il sonno rappresenta un nuovo promettente approccio per prevenire la demenza" - ha concluso Malkani.(ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA