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Siaarti, relazione tra temperatura corpo e rischio infezione

Tema al centro dell'incontro su buone pratiche anestesia sicura

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TORINO - Esiste una correlazione fra riduzione della temperatura corporea perioperatoria e un aumento del rischio delle complicanze infettive che possono essere contenute aumentando la sicurezza del paziente e diminuendo il tempo di ricovero post operatorio, con una corretta gestione della temperatura corporea. Un tema non ancora affrontato appieno dal mondo sanitario italiano tanto che nel 2017 la SIAARTI, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva , ha promosso una Survey Nazionale per fare una fotografia del problema. In seguito al risultato ha proposto una propria attività informativa con convegni e incontri in diverse città supportata da 3M azienda che da anni si occupa della prevenzione dell'infezione.
A Torino è stato questo uno dei temi dell'incontro 'Le buone pratiche cliniche Siaarti: per un'anestesia sicura", dove la dottoressa Roberta Monzani, Responsabile di anestesia e dell'Unità Operativa di Day Hospital Chirurgico di Humanitas, ha illustrato la relazione 'La normotermia perioperatoria: dalle Buone Pratiche cliniche Siaarti al protocollo ospedaliero'. "Ci si è resi conto - spiega - che l'ipotermia può facilitare l'instaurarsi di complicanze, ad esempio di tipo infettivo o metabolico. E' dunque necessario garantire il mantenimento di una adeguata temperatura corporea del paziente, prima, durante e dopo l'intervento, cominciando dall'accertarsi quale sia la sua temperatura di base, cosa che non sempre viene fatta". SIAARTI ha infatti effettuato più di un anno fa un questionario dal quale è emerso che nella metà delle strutture che hanno risposto "non viene presa la temperatura pre operatoria e che meno della metà effettua il monitoraggio della temperatura corporea centrale, parametro clinico fondamentale". Inoltre, in più dell'80% delle strutture non è presente un protocollo specifico e condiviso con chirurgie e pronto soccorso per il monitoraggio perioperatorio dei pazienti. Da qui la volontà di SIAARTI di fare informazione e promuovere le buone pratiche nella prassi clinica.
Per garantire il mantenimento della giusta temperatura sono necessari strumenti attivi, ossia unità riscaldanti "e - spiega la dottoressa Monzani - che utilizzano aria calda forzata, da preferire perché il riscaldamento è più omogeneo e con tempi più prevedibili". Vengono dunque utilizzate delle 'copertine' o dei materassini, fra cui un tipo microforato che permette di riscaldare tutta la superficie corporea e può essere modificato nella forma senza perdere efficacia. "Se dimostriamo di essere attenti - conclude - alla scelta dello strumento allora conterremo i costi e soprattutto otterremo il massimo risultato".

In collaborazione con:
3M

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