Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

ANSAcom
ANSAcom

Hiv: 18000 casi non diagnosticati, rischio aumento con Covid

Andreoni: "trovarli, per la loro salute e per la sanità pubblica"

ROMA ANSAcom

Circa 120mila persone in Italia sono sieropositive ma ben 18mila, soprattutto tra i giovani, non sanno di aver contratto l'Hiv. "Numeri che rischiano di aumentare nel momento in cui l'attenzione è tutta concentrata sul Covid-19, rendendo difficile l'offerta del test per la diagnosi di sieropositività e l'assistenza sanitaria delle persone sieropositive". A spiegarlo è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive (Simit), intervenuto alla premiazione online di 'Devs for Health', il primo Hackathon sull'Hiv promosso da Gilead.

Spesso l'infezione da Hiv, inizialmente silente, viene diagnosticata anche a distanza di tempo, in media con un ritardo di 4 o 5 anni. "Farmaci eccezionali per l'Hiv - prosegue l'infettivologo - ci permettono ormai di controllare la malattia e di dare a questi pazienti una vita normale. In particolare, la qualità di vita è migliorata in modo notevolissimo, grazie al fatto che chi è curato con gli antiretrovirali, non trasmette la malattia. Abbiamo però tante sfide da vincere". Secondo gli obiettivi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2030, il 90% delle persone con Hiv dovranno essere diagnosticate, il 90% di quelle diagnosticate dovranno esser trattate e il 90% di chi è in cura dovrà avere benefici terapeutici.

"Abbiamo raggiunto - prosegue Andreoni - il secondo e terzo obiettivo ma sul primo dobbiamo migliorare: abbiamo tante persone che non sanno di essere infette e questi casi casi sommersi rappresentano un problema per la salute di queste persone e anche un problema di sanità pubblica. Inoltre, questo può condizionare in negativo il decorso dell'infezione e l'efficacia delle terapie, nonché aumentare le possibilità di trasmettere il virus ad altri, con ricadute sulla sanità pubblica". Ancora oggi infine bisogna fare i conti con la discriminazione di cui a volte i pazienti sono vittime e contribuisce a limitare l'emersione dei casi, così come bisogna affrontare le sfide legate alla cronicizzazione del paziente, conclude Andreoni, "e che pone molte problematiche rispetto all'assistenza sanitaria dei pazienti che invecchiano".

In collaborazione con:
Gilead

Archiviato in


Modifica consenso Cookie