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Epatite C: esperti, serve test facile e veloce come per Hiv

Galli (Simit), meno persone hanno infezione e meno virus circola

ROMA ANSAcom

"Introdurre un test per l'Hcv gratuito e di facile accesso, come quello per l'Hiv potrebbe essere la chiave di volta per contribuire a far emergere le infezioni non ancora diagnosticate ed evitare altri contagi. Perché in malattie come l'Epatite C, la terapia è prevenzione". Questo l'appello di Massimo Galli, presidente della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit), in vista della Giornata Mondiale delle epatiti, che si celebra il 28 luglio.
Oggi, con i nuovi super farmaci che eradicano in virus in poche settimane, è possibile guarire in quasi il 100% dei casi. Grazie al fondo per gli innovativi e alle politiche di accesso alle terapie ottenute in Italia, sottolinea Galli, "al nord abbiamo curato quasi tutti i pazienti noti; al sud si procede bene, soprattutto regioni che avevano un'alta prevalenza, ovvero Sicilia e Campania". Ma in Italia vi sono ancora, a seconda delle stime, tra i 100.000 e i 350.000 malati 'invisibili', quelli cioè che non sono stati mandati ai Centri Prescrittori: in alcuni casi non sanno di avere l'infezione, in altri casi lo sanno, ma non si curano". Non sempre e non subito, infatti, l'epatite da segni della sua presenza, ma questo non significa che non stia già iniziando a danneggiare l'organismo. "Dobbiamo scoprire quali sono i soggetti non consapevoli di avere l'infezione - spiega Cristina Le Grazie, Executive Director Medical Affairs di Gilead, azienda che ha messo sul mercato la prima molecola per la cura dell'Epatite C - e raggiungere le popolazioni più fragili, che hanno difficoltà ad avere diagnosi e terapie. Perché non curarla può provocare cirrosi e cancro del fegato, che possono essere letali o necessitare un trapianto di organo". Eliminare la circolazione dell'Hcv, però, sottolinea Galli, "non riguarda solo la salute del singolo, ma è anche un problema di interesse sociale, perché meno persone hanno l'infezione, meno virus circola, e meno persone si infetteranno. Per questo non ha senso che il test sia legato al pagamento di un ticket".
"Eradicare la malattia entro il 2030, così come indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità - conclude Le Grazie - è un obiettivo ambizioso e fino pochissimi anni fa impensabile. Oggi invece è raggiungibile. Ma la soluzione del problema non è alle porte se non facciamo emergere i casi sommersi".

In collaborazione con:
Gilead

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