ROMA - In 2 casi su 10 le liste d'attesa per le prestazioni sono inaccessibili, ovvero non lunghe ma del tutto bloccate. E' quanto denunciato dall'associazione Altroconsumo durante la tavola rotonda 'Qualità, accesso alle cure e diritti dei cittadini', ospitata alla Convention del Management della sanità organizzata dalla Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso).
"Si parla molto di lunghe liste d'attesa - precisa Franca Braga, vice segretario di Altroconsumo - ma si parla poco di liste d'attesa del tutto bloccate, ovvero di prenotazioni di fatto inaccessibili". Per approfondire il problema l'associazione ha realizzato un'indagine pubblicata pochi mesi fa e condotta su 72 strutture in 5 diverse città. "Quando abbiamo voluto prenotare prestazioni specifiche in specifiche strutture, nel 20% dei casi ci siamo sentiti dire da che l'agenda era 'chiusa'. Questa è una pratica illegale, oltre che profondamente scorretta e non appare nei monitoraggi delle liste d'attesa". Spesso, in particolare, conclude, "sono bloccate alcune prestazioni specifiche, come l'ecografia dell'addome e la visita oculistica".
Il problema di accesso alle cure riguarda anche i malati oncologici. "In molte Regioni - spiega Francesco de Lorenzo, presidente della Federazione delle Associazioni di volontariato in Oncologia (Favo) - l'accesso ai farmaci innovativi avviene a distanza di mesi se non anni rispetto ad altri è questa è una grande iniquità". E le disuguaglianze non risparmiano l'accesso alle cure palliative, pur avendo l'Italia una delle migliori legge in materia. "Ogni anno - precisa De Lorenzo - secondo i nostri dati - oltre 44.000 malati di cancro muoiono nei reparti per acuti perché mancano i posti in hospice o non ci sono le possibilità di assisterli a domicilio, circa uno su 4".
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Fiaso