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Fase 3: Crisanti, ritorno di contagi da fuori è una certezza

Fase 3: Crisanti, ritorno di contagi da fuori è una certezza

"Sconcerta il cambio di strategia dell'Oms sui tamponi"

ROMA, 22 giugno 2020, 10:24

Redazione ANSA

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Andrea Crisanti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Crisanti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Andrea Crisanti - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Per l'Italia, il rischio che nuovi contagi arrivino da fuori non è una possibilità, ma una certezza. Lo abbiamo di recente sperimentato a Padova, dove una badante è tornata da fuori l'Unione Europea e ha infettato tutta la famiglia". Lo ha precisato Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell'Università di Padova, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. Quanto agli studi che parlano di una mutazione del virus che lo abbia indebolito, prosegue, "non sono attendibili perché basati su osservazioni estemporanee e non su un esperimento. Per capire se è vero bisogna infettare un animale e vedere cosa succede, ma per ora non abbiamo un modello animale per capirlo". E' vero che le persone che si ammalano non si ammalano come prima, ma questo, ha ribadito, "avviene perché abbiamo mascherina e distanza che riducono la carica virale". Anche perché, se è vero che "il virus muta da noi, dovrebbe mutare anche in America e Germania, eppure vediamo una situazione di contagi che non lascia pensare questo".

Il cambio di linee guida dell'Oms sui tamponi "sicuramente è un altro elemento di confusione" e "tutti questi messaggi che mancano di coerenza lasciano voi giornalisti, ma anche mondo il mondo scientifico e la sanità pubblica con un po' di sconcerto". Così, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3, Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell'Università di Padova, commenta il cambio delle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità rispetto ai tamponi. Secondo le nuove indicazioni non serve più il doppio tampone negativo, ma bastano 3 giorni senza sintomi per far indicare una persona non più infetta da Sars-Cov2. "Non so su quale base abbiano fatto questa dichiarazione. In questa epidemia - prosegue il virologo - l'Oms non ha brillato per tempestività ed esattezza. La scienza è misura, se non ci sono dati, non è scienza". L'affermazione forse fatta per andare incontro a paesi in via di sviluppo "andava qualificata", perché, "ci si chiede, ora, cosa debbano fare i vari governi".

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