L'aumento delle temperature porta a
maggiori livelli di stress aggravando i tassi di ansia,
depressione, e nei casi più estremi di suicidio. In una ricerca
appena pubblicata sul Medical Journal of Australia, gli
scienziati di base nella Macquarie University di Sydney hanno
identificato per la prima volta una relazione fra le temperature
mediane massime annuali e i suicidi, sia di uomini che di donne,
in tutti gli stati e territori del Paese.
"In Australia i giorni molto caldi hanno un effetto dannoso
sull'intera popolazione equivalente a quello della
disoccupazione" dichiarano gli autori, che predicono inoltre un
aumento delle ospedalizzazioni per autolesionismo. "E' stata
anche per noi una rivelazione, non era stata identificata
prima", scrive Paul Beggs, professore associato della Macquarie
University. "L'associazione continua a crescere con l'andare
del tempo, e con l'espansione dei tropici".
Le ondate di caldo hanno un'ampia gamma di effetti sulle
persone, aggravando lo stress e quindi ansia e depressione,
aggiunge Beggs, sottolineando che il caldo estremo è solo un
aspetto di come il cambiamento climatico stia danneggiando la
salute umana. In Australia, la febbre dengue è un esempio di una
malattia sensitiva al clima che si diffonde con l'aumento delle
temperature, riferisce.
Gli autori sottolineano la necessità di decarbonizzare le
economie per contenere il maggior fattore del cambiamento
climatico: bruciare combustibili fossili. "L'Australia è
responsabile di circa il 7% dell'output mondiale di carbone e
quindi la nostra quota sarebbe nell'ordine di 35 mila morti
premature l'anno. Ogni volta che una nostra nave lascia il porto
carica di carbone, l'Australia esporta i danni alla salute che
causerà quel carbone".
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