(ANSA) - CAGLIARI, 29 SET - L'assistente sessuale per i
disabili? Non è amore, e non è la soluzione: al massimo si può
parlare di amorevolezza. È il pensiero di Fabio Veglia,
ordinario di Psicologia clinica all'Università di Torino, uno
dei massimi esperti internazionali di sessualità e disabilità,
sulle nuove metodologie già adottate fuori dall'Italia, in
particolar modo in Svizzera, per rispondere alle richieste di
amore, anche fisico.
Le riflessioni sono state raccolte a margine di una serie di
lezioni a Cagliari rivolte a medici e psicologi. "Un'ipotesi
molto più politica che sostanziale - ha detto all'ANSA - nel
senso che quella dell'assistente sessuale sembra una risposta di
libertà. In realtà non soddisfa il bisogno di vicinanza, di
affetto e di amore che normalmente le persone con disabilità
chiedono: poter fare sesso con una persona che si presta non
significa entrare in una relazione o avere un'espressione di
amore. Al massimo è un gesto fatto con amorevolezza".
Non è solo un suo parere. "In Svizzera - ha continuato Veglia
- per esempio è tutto ben organizzato, ma la maggior parte degli
operatori si rende conto che non è questa la risposta di cui
hanno bisogno i ragazzi disabili. Il percorso è molto più
impegnativo, molto più difficile da sostenere per gli
operatori". Prima la vita sessuale dei disabili era tabù. Ora lo
è un po' meno. "Per secoli è stata negata la vita sessuale alle
persone con disabilità sostenendo che la loro sessualità fosse
diversa e non avrebbe potuto realizzarsi in modo fisiologico.
Nessuna ricerca scientifica ha dimostrato tutto ciò.
Trentacinque anni fa si è posta la questione in modo più
diretto: io ero tra coloro che provavano a costruire progetti.
Le richieste di aiuto erano però rivolte a interventi di tipo
costrittivo: come limitare il comportamento sessuale delle
persone con disabilità. Sostanzialmente erano interventi di tipo
repressivo. Da lì però è iniziata una riflessione. L'Italia è
stata sempre stata in prima fila, forse addirittura in una
posizione innovativa rispetto al resto del mondo".