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Vaccino riduce sintomi influenza, anche quando non previene

Vaccino riduce sintomi influenza, anche quando non previene

-44% casi gravi tra gli over 65, studio su pazienti ricoverati

ROMA, 05 dicembre 2018, 19:02

Redazione ANSA

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un test in laboratorio per un vaccino - RIPRODUZIONE RISERVATA

un test in laboratorio per un vaccino - RIPRODUZIONE RISERVATA
un test in laboratorio per un vaccino - RIPRODUZIONE RISERVATA

Anche nei casi in cui la vaccinazione antinfluenzale non riesce a prevenire l'influenza, diminuisce comunque le possibili complicanze dovute all'infezione. In particolare l'efficacia nel ridurre casi gravi o morti è del 44% nella popolazione anziana. Lo dimostra uno studio condotto su circa 1.700 persone ricoverate a causa del virus e pubblicato su Eurosurveillance, la rivista europea sulla sorveglianza delle malattie infettive.
    Ogni anno, tra il 5 e il 20 per cento della popolazione mondiale si ammala di influenza, sono tra 3 e 5 milioni i casi gravi di malattia e tra 300.000 e 500.000 i morti. Il vaccino, che e' necessario ripetere ogni anno perche' il virus influenzale muta in continuazione, riesce a prevenire in molti casi il contagio, ma non sempre. Tuttavia anche quando questo non accade, ha comunque dei benefici nella prognosi. Questo l'aspetto approfondito dal nuovo studio, condotto presso l'Istituto di salute Carlos III, in Spagna, che ha analizzato l'efficacia dei vaccini anti-influenzali nel ridurre ricoveri e morte in pazienti vaccinati che avevano contratto l'influenza. I ricercatori hanno studiato tutti i casi gravi in 12 ospedali catalani durante le stagioni 2010-2011 e 2015-2016, periodo durante il quale sono stati ricoverati 1.727 pazienti, dei quali 591 in terapia intensiva e 223 con esito mortale.
    I risultati mostrano che, tra chi aveva avuto casi gravi, la vaccinazione era stata meno frequente (21% dei casi) mentre era stata più frequente (30%) in chi mostrava sintomi più benigni.
    L'efficacia nel prevenire casi gravi o morte è stata in media del 23%, ma arrivava al 44% per le persone sopra i 65 anni.
    Merito dell'effetto sul sistema immunitario: essere vaccinati fa sviluppare infatti una preesistente memoria cross-reattiva dei linfociti T, in grado di ridurre la gravità dell'infezione anche senza anticorpi protettivi specifici.
   

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