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Diabete aggressivo fra gli adolescenti, è in aumento

Un test per chi e' a rischio. Non e' piu' la 'malattia dei nonni'

Redazione ANSA BARCELLONA

(dell'inviata Manuela Correra) - BARCELLONA - Non solo uomini e donne dai 60 anni in su. Il diabete di tipo 2 'cambia volto' per colpire, oggi, sempre piu' giovani ed adolescenti: si stima che siano 150-200mila i ragazzi con questa patologia in Italia ma il trend e' in crescita e allarma i diabetologi che, dal congresso dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), avvertono: "Non e' piu' solo la 'malattia dei nonni' e l'elemento preoccupante e' che nei giovani questa patologia si sta dimostrando molto piu' aggressiva e le terapie sono meno efficaci".
    "Il diabete che stiamo sempre piu' spesso diagnosticando in giovani e adolescenti - spiega il presidente della Societa' italiana di diabetologia (Sid), Francesco Purrello - e' molto diverso da quello degli adulti. Si presenta infatti come una forma piu' grave ed aggressiva, con una tendenza alle complicanze cardiovascolari ancora maggiore e che risponde meno alle cure, portando spesso in breve tempo alla terapia con insulina. Ci troviamo davanti ad una generazione di ventenni con casi di diabete che presentano una gravita' sorprendente per gli stessi ricercatori. Purtroppo, le opzioni terapeutiche sono fortemente ridotte e gli studi disponibili ancora pochi".
    Insomma, chiarisce Purrello, "cade il dogma del diabete solo nella mezza eta' ed oggi c'e' una nuova generazione a rischio".
    In effetti, solo negli Usa, la prevalenza di questo diabete dell'adulto a 'comparsa anticipata' nei giovani fa registrare un aumento del 2,3% annuale negli under 30 dal 2010 ad oggi e gli esperti prevedono che i casi si quadruplicheranno entro il 2050.
    La gravita' del fenomeno e' confermata anche da uno studio dell'Univesita' di Melbourne, presentato all'Easd, su un campione di 370.854 soggetti con diabete in Gran Bretagna dall'anno 2000, che dimostra come la proporzione di giovani si sia incrementata a partire dall'inizio del secolo. Inoltre, un ulteriore studio dell'Universita' di Bristol ha dimostrato che segnali precoci del diabete di tipo 2 possono essere gia' individuati in bambini di soli 8 anni, ovvero decenni prima che la malattia venga eventualmente diagnosticata. Una situazione "allarmante", avvertono quindi i diabetologi, che potra' essere contrastata solo con forti misure puntate alla prevenzione. Le priorita' "devono essere la lotta alla sedentarieta' e alle abitudini alimentari scorrette tra i giovani, ma fondamentale - afferma Purrello - e' anche sottoporre a screening tutti i giovani a rischio diabete perche' sono sovrappeso, sedentari e con una storia familiare di malattia". Ma molto, secondo l'Easd, possono fare anche le scuole, l'industria alimentare (riducendo i contenuti di grasso e zuccheri) ed i governi. Tra le possibili misure indicate dall'Easd, anche una tassazione per scoraggiare il consumo di bevande zuccherate da parte dei ragazzi, proposta gia' avanzata dalla Societa' italiana di diabetologia. 

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