Da meno di due mesi la Cefalea
Cronica è stata per legge riconosciuta come Malattia Sociale. La
prima prova del fuoco è ora la disponibilità di nuovi farmaci di
prevenzione per l'emicrania a carico del Servizio Sanitario
Nazionale, gli anticorpi monoclonali contro il CGRP. Questi
farmaci, specificatamente Erenumab, Fremanezumab, Galcanezumab,
ai quali si aggiungerà in un prossimo futuro Eptinezumab,
agiscono sulla sostanza chiave nello scatenamento dell'attacco
emicranico, il CGRP, che viene così bloccato ottenendo una
azione di prevenzione dell'emicrania. La somministrazione è
mensile sottocutanea, l'efficacia è elevata e la rapidità di
risposta (primi effetti in poche settimane) è notevole nei
pazienti "difficili", cioè coloro che hanno fallito altre
terapie di prevenzione. Ma in alcune regioni la procedura di
attivazione del piano terapeutico non decolla e i pazienti già
in cura in ospedale al momento non stanno ricevendo la dose
mensile e di fatto la terapia risulta interrotta. Tali farmaci
consentono di dimezzare gli attacchi già del primo mese di
somministrazione.
Secondo le direttive dell'AIFA il trattamento è accessibile
ai "pazienti adulti che negli ultimi 3 mesi abbiano presentato
almeno 8 giorni di emicrania disabilitante al mese [definita
come punteggio del questionario MIDAS ≥11], già trattati con
altre terapie di profilassi per l'emicrania e che abbiano
mostrato una risposta insufficiente dopo almeno 6 settimane di
trattamento o che siano intolleranti o che presentino chiare
controindicazioni ad almeno 3 precedenti classi di farmaci per
la profilassi dell'emicrania". Inoltre "le prescrizioni devono
essere effettuate in accordo ai criteri di eleggibilità e
appropriatezza prescrittiva". Infine la selezione del paziente
deve essere effettuata da uno specialista riconosciuto
all'interno delle strutture ospedaliere o universitarie
abilitate dalle regioni e con una pluriennale e consolidata
competenza nelle cefalee, prescindendo dalla disciplina medica.
Norme all'apparenza semplici e che consentirebbero l'attivazione
della procedura di accesso al piano terapeutico immediatamente
in tutta Italia, ma come spesso accade, la situazione è a
macchia di leopardo e a farne le spese sono ancora una volta i
pazienti.;
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