Un trauma alla testa può provocare
una cefalea che può prolungarsi per anni o peggiorare una
preesistente forma di emicrania. Una grande attenzione
scientifica è riservata a questa forma di cefalea da trauma
lieve o medio che far seguito o meno ad una fase di perdita di
coscienza subito dopo il trauma, in quanto presenta ricadute non
solo sul benessere del paziente ma anche sulle possibili
controversie medico-legali di risarcimento del danno subito.
Un gruppo di studio multinazionale di esperti di Russia,
Spagna, Repubblica Ceca, Germania, Olanda, Italia, Moldavia,
Turchia, coordinato da Antoinette Maassen van den Brink
dell'Università Erasmus di Rotterdam e da Paolo Martelletti
dell'Università Sapienza di Roma, ha sistematizzato tutte le
conoscenze attuali sulla cefalea post-traumatica e sui possibili
sviluppi di future terapie.
Queste conoscenze di ricerca preclinica e clinica sono state
appena pubblicate sulla prestigiosa rivista internazionale The
Journal of Headache and Pain e indicano che il trauma cranico
può agire come fattore peggiorativo di una precedente emicrania
e renderla in precocemente cronica o dare origine ad una cefalea
continua de novo.
Questa analisi può influenzare la valutazione
medico-legale di un danno subito, ma può soprattutto dare
indicazioni terapeutiche che vadano al di là del trattamento
sintomatico o della sindrome ansioso-depressiva secondaria al
trauma che spesso si accompagna alla cefalea, ma dalla quale
deve essere tenuta rigidamente separata.
Gli studi attuali sulla estensione della applicazione degli
anticorpi monoclonali per il CGRP come terapia anche della
cefalea da trauma cranico potranno presto fornire una riposta
alla richiesta di terapie di prevenzione efficace anche di
questa disabilitante forma di cefalea continua.
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