Vent'anni di lotta agli sprechi
alimentari (e non solo), di sensibilizzazione verso il rispetto
dell'ambiente e di recupero dei beni invenduti e non consumati.
'Last Minute Market', il progetto nato nel 1999 dal professore
di Agraria di Bologna, Andrea Segrè, festeggia due decenni di
vita cambiando la propria natura: da quest'anno, infatti, lo
spin-off universitario diventa impresa sociale e rinnova il
proprio messaggio. "C'è ancora molto da fare sul versante
dell'educazione al cibo, dobbiamo arrivare all'idea di spreco
zero", spiega Segrè, nominato presidente della nuova compagine
societaria.
I numeri raggiunti da quella che all'epoca fu solo
un'intuizione sono impressionanti: 350 punti vendita e 400 enti
del terzo settore coinvolti, 55 mila pasti cotti, prodotti per
5,5 milioni di euro, un milione di farmaci e oltre mille
tonnellate di beni non alimentari recuperati ogni anno. "L'idea
nacque per caso, feci un giro nel magazzino di un supermercato e
di fronte a tutto quel cibo destinato al macero non si poteva
restare indifferenti", ricorda Segrè, che - col sorriso - non
nasconde "qualche illegalità fatta all'inizio a fin di bene".
Oggi l'obiettivo resta la prevenzione: "Il miglior spreco è
quello che non si fa". Dunque, "se è vero che oggi il
consumatore è più attento di 20 anni fa, dobbiamo comunque
essere più educati e comprendere il valore del cibo". Primo
appuntamento il 5 febbraio con la Giornata Nazionale di
Prevenzione dello Spreco, anticipata il giorno prima dagli
eventi Fao a Roma.
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