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Alpine A110, futuro incerto per la sportiva di Renault

Solo la passione del nuovo Ceo Luca De Meo potrebbe salvarla

Redazione ANSA ROMA

Luci e ombre sul futuro di Alpine, la marca sportiva del Gruppo Renault che, dopo essere faticosamente rinata con l'operazione A110 nel 2017, potrebbe ora restare vittima del piano di risparmi per 2 miliardi di euro annunciato dalla Casa della Losanga dopo le ultime cattive notizie sull'andamento aziendale. La 'berlinetta' potrebbe essere dunque cancellata per una revisione dei programmi di Renault, soprattutto dopo lo stop della produzione della Clio 4 RS che era l'unico modello che condivideva la produzione a Dieppe assieme alla Alpine (la Clio 5, va ricordato, viene fabbricata in Turchia). Come specifica in una attenta analisi sulla situazione di questa marca il magazine online Autoactu, nonostante un discreto successo commerciale la A110 e la successiva A110S non erano mai state amate dal precedente Ceo di Renault, quel Thierry Bolloré, che da pochi giorni è diventato capo della Jaguar Land Rover.

Le nubi che si sono addensate sopra Dieppe potrebbero essere spazzate via dal 'vento' della passione motoristica di Luca De Meo, nuovo numero uno di Renault e artefice, in due diversi momenti professionali, della rinascita del marchio Abarth (quando era in Fiat) e della creazione del brand prestazionale Cupra (quando guidava Seat). Un adeguato intervento di De Meo, ad esempio, potrebbe permettere di superare l'impasse dovuta alla mancanza di futuro per il motore 1.8 TCe della Alpine, che eroga 252 Cv nella A110 e 292 nella A110S. Oggi, nella gamma Renault, lo si trova solo sotto al cofano di Mégane RS e di Espace e questa non è certo quella che può essere definita una 'massa critica' tale da permettere lo sviluppo di questo turbo a 4 cilindri per soddisfare le norme Euro6 finali.

E resta quella che gli addetti ai lavori chiamano 'profittabilità' di un programma e che al momento ha visto immatricolare circa 8.000 unità della A110.

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