Liquidità, flessibilità e digitalizzazione sono le parole d'ordine individuate da Nomisma per la ripartenza del settore automotive. La società di consulenza ha infatti tracciato un punto della situazione a proposito del mercato automobilistico, ripercorrendone le tappe prima dell'inizio della pandemia di COVID-19, durante, ovvero la situazione attuale e indicando alcune direzioni utili da percorrere nel prossimo periodo per consentire l'uscita dell'impasse dettata dalla situazione. Prima dell'inizio della pandemia, il settore automotive si apprestava a grandi rivoluzioni, prima fra tutte quella dell'elettrico secondo la quale entro il 2030 saranno elettriche oltre il 55% delle nuove auto vendute, ma anche quella della guida autonoma, della connessione in ogni momento e in ogni luogo, per finire con la mobilità in sharing. Con il lockdown che ha coinvolto la maggior parte dei Paesi nel mondo, tutti i ' giocatori' hanno però cominciato a chiedersi a quando il compimento di questa rivoluzione sarà posticipato e, nella 'nuova normalità', come cambieranno i bisogni dei consumatori. Marzo 2020 ha visto precipitare in Italia le immatricolazioni di auto dell'85% rispetto all'anno precedente. Il Bel Paese non è stato l'unico a mostrare segni di una brusca frenata, perché la situazione è simile a livello geografico in Francia, UK, Spagna, Germania e più in generale per tutte le categorie di mezzi, inclusi i veicoli commerciali, sia leggeri che pesanti. Se è vero che il Covid-19 ha rappresentato la causa principale del crollo del mercato automobilistico, ha fatto notare Nomisma, è altrettanto vero che il lockdown ha amplificato esponenzialmente una situazione di sofferenza pregressa (-7% il numero di immatricolazioni di auto nel primo bimestre 2020 rispetto al 2019). Nel 2019, in Italia sono state 1,9 milioni le immatricolazioni di auto, un valore ancora distante dai 2,5 milioni di immatricolazioni del 2007, pre-crisi finanziaria. Il mercato, che nel 2019 è rimasto nel complesso stabile rispetto al 2018, deve questa performance alla crescita del settore del noleggio (+6 per cento), in particolare a lungo termine, che ha saputo compensare l'andamento dei segmenti business e privati.
L'uso dell'auto, fanno notare dalla società di consulenza, rappresenterà il pilastro della mobilità degli italiani in Fase 2, soprattutto se si considera che i mezzi pubblici si configurano inevitabilmente come uno dei potenziali veicoli di contagio. Difficile se non impossibile in questa situazione riuscire a far convivere il distanziamento sociale con la sostenibilità economica di mezzi che circoleranno al 25-30 per cento della capacità effettiva. L'effetto paura darà origine ad un potenziale incremento dell'uso dell'auto privata, anche del 30 per cento così come successo in Cina e ad un possibile, seppur più contenuto, ricorso alle due ruote. In Italia, sono però attualmente 350 mila le auto ferme nei concessionari, per un valore immobilizzato di quasi 7 miliardi e in questa situazione i principali attori si trovano a dover stimare l'impatto del Covid-19 sulle performance in termini di immatricolazioni nel 2020 in cui lo scenario più negativo vede un calo di 600 mila unità e quello più ottimistico di 300 mila.
"Quale soluzione? - si chiede Nomisma - in un quadro generale che vede il 2020 con un crollo del 9,7 per cento del commercio globale, una crescita minore dell'1% del PIL europeo e una contrazione del 9% del PIL italiano. A cascata questi elementi comporteranno una contrazione del mercato potenziale ed una crescente avversione al rischio, nonostante alcuni fenomeni positivi di revenge spending. In questo contesto la parola chiave è customer-centricity, accompagnata da una domanda quanto mai insidiosa: come stimolare i consumi? Quali sono i key consumer needs? Mettere il cliente al centro nel settore automotive significa prevedere la collaborazione dei principali soggetti coinvolti, istituzioni, vendors (case automobilistiche e finanziarie collegate), concessionari e società di noleggio, sotto un cappello comune: liquidità, flessibilità, exit e digitalizzazione".