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Auto: -97,5% immatricolazioni in Italia a aprile

Fca: -96,3% vendite a quota 37,9%

Redazione ANSA TORINO

Sono soltanto 4.279 le auto vendute nel mese di aprile in Italia, con un crollo del 97,55% rispetto allo stesso mese del 2019. Nei primi quattro mesi dell'anno le immatricolazioni sono in tutto 351.611, il 50,69% in meno dell'analogo periodo dell'anno scorso. I dati sono del ministero dei Trasporti.

Fca, -96,3% vendite in aprile, quota 37,9%
Fca ha venduto nel mese di aprile in Italia 1.620 auto, il 96,3% in meno dello stesso mese del 2019. La quota è del 37,9% (+12,6%). Nei primi quattro mesi dell'anno le immatricolazioni del gruppo sono 87.504, in calo del 50,39% rispetto all'analogo periodo dell'anno scorso. La quota è del 24,89% (+0,15%). Nel mese di aprile crescono i brand Fiat (22,65% di quota, +5,7%); Jeep (9,2% di quota, +5,5%), Alfa Romeo (3,4% di quota, +2,2%). Lancia ottiene una quota del 2,55%. Tra le top ten delle auto più vendute nel mese, oltre alla Panda prima assoluta, compaiono anche le Fiat 500X e Tipo e le Jeep Compass e Renegade. Nei primi quattro mesi dell'anno positivi segnali per i marchi Fiat e Lancia che ottengono rispettivamente quote del 16,3% (+0,6 punti percentuali) e del 3,7%, pari a una crescita di 0,25 punti percentuali. Sono cinque i modelli Fca nella top ten delle auto più vendute del quadrimestre: le Fiat Panda, 500 e 500X, la Lancia Ypsilon e la Jeep Renegade. Sempre nei primi quattro mesi dell'anno, vanno segnalati i risultati di numerosi i modelli di Fca. Fiat Panda e 500 sono al vertice del loro segmento, la prima con una quota del 51,7%, la seconda del 13,4%. Lancia Ypsilon è la più venduta del segmento B con una quota del 16,1%, Fiat Tipo è al vertice del segmento C (15%) così come lo sono nella loro categoria Fiat 500X (con il 12,2% di quota), Jeep Renegade (12%) e Fiat 500L (35,4%). Alfa Romeo Stelvio si conferma tra le migliori tre del suo segmento con una quota del 10,2% così come Jeep Compass con l'8,6% di quota.

Promotor, urge terapia urto con incentivi rottamazione
"Se si considera che le immatricolazioni di aprile valgono circa il 9% di quelle di un intero anno, proiettando il dato su un intero anno si ottiene un volume analogo a quello del 1949 quando le immatricolazioni furono 48.883. Ovviamente il dato di aprile, come quello di marzo (-85,42%), è dovuto all'emergenza coronavirus". Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. "Le concessionarie hanno riaperto oggi - spiega - ma il cammino per tornare alla normalità è lungo e accidentato, come emerge dal clima di fiducia degli operatori del settore. Questo indicatore è crollato dal 33,3 di gennaio al 3,6 di aprile, anche se un piccolo supporto può venire dal fatto che la gente ha capito che il mezzo più sicuro per limitare il contagio è l'auto privata". "Per tornare alla normalità - osserva Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - ci vuole una terapia d'urto come emerge anche a livello europeo. Di grande interesse è l'apertura a incentivi alla rottamazione anche con l'acquisto di vetture nuove ad alimentazione tradizionale, da parte del vicepresidente della Commissione europea e commissario per il clima Frans Timmermans. Una campagna incisiva di rottamazione non può riguardare soltanto la sostituzione di vecchie auto con vetture a emissione zero perché non esistono al momento le condizioni per una diffusione su vasta scala di auto elettriche". Quagliano ricorda che l'Italia "ha all'attivo una esperienza di incentivi alla rottamazione molto efficace: quella del 1997 quando chi rottamava una vettura di oltre 10 anni e acquistava una nuova auto riceveva un bonus dallo Stato raddoppiato con un bonus di pari entità obbligatoriamente riconosciuto dal venditore. I risultati furono un incremento delle immatricolazioni del 38,8% già nel 1997 e maggior gettito per l'Erario".

Unrae, filiera in ginocchio, governo acceleri
"I dati ufficiali di aprile confermano purtroppo quanto da noi anticipato dall'inizio della crisi. Le necessarie e severe misure di contenimento del contagio ne hanno rallentato la diffusione, ma il blocco delle attività economiche ha messo in ginocchio la filiera della distribuzione auto, con le 1.400 aziende che sostentano 160.000 famiglie". E' il commento di Michele Crisci, presidente dell'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere "La riapertura avviene - continua Crisci - con restrizioni molto severe alla circolazione ancora in vigore, e con una domanda da famiglie e imprese fortemente indebolita. Attanagliate da crisi di liquidità dopo 2 mesi di ricavi azzerati, molte delle concessionarie potrebbero non sopravvivere nonostante la riapertura. Rinnoviamo quindi l'appello al sistema bancario perché le ingenti risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità vengano prontamente erogate alle imprese del comparto auto. E' evidente la necessità di una accelerazione da parte del Governo, con misure specifiche per il settore automotive. Si tratta di un settore strategico per il Paese, con il suo effetto moltiplicatore sull'economia e il suo contributo al gettito erariale pari a circa 80 miliardi di euro annui. Con la ripresa delle attività nella Fase 2, ancora più centrale sarà il ruolo dell'automobile nella mobilità, non solo all'interno dei grandi centri, ma anche dei pendolari, interurbana e autostradale". Unrae chiede ìal Governo "l'adozione tempestiva di concreti provvedimenti a sostegno della filiera auto".

Anfia, perse 361.000 immatricolazioni in due mesi
Nel bimestre marzo-aprile si sono perse 361.000 immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2019, con un calo del 51%. Lo sottolinea l'Anfia. "La 'fase 2' di graduale riapertura delle attività produttive e commerciali ha alle spalle i 50 giorni più difficili del secondo dopoguerra per la nostra economia", afferma il presidente Paolo Scudieri. I dati del mercato ad aprile sono quelli di un mercato fermo, com'era prevedibile. Quello che più conta è concentrarsi su una rapida ripartenza, visto che la riapertura dei concessionari, da sola, non basta certo a riavviare il mercato, e, con esso, la filiera produttiva automotive". L'Anfia chiede al governo "di prevedere misure a supporto della domanda, necessarie, oggi, anche alla ripresa delle attività produttive. D'altra parte lo stesso ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli aveva annunciato, nei primi giorni di marzo, prima del lockdown, l'arrivo di nuovi incentivi per favorire la sostituzione delle vetture circolanti con 10 e più anni di anzianità, per migliorare i livelli di emissioni e dare ossigeno al settore. Le nostre proposte si concentrano su un incremento del fondo Ecobonus 2020 per proseguire l'incentivazione delle auto Bev e Phev e la previsione di una estensione del bonus alle auto ad alimentazione alternativa con emissioni di CO2 da 61 a 95 g/km. Inoltre, visto il considerevole numero di vetture accumulate in stock da concessionari e produttori durante il lockdown, per evitare che il loro smaltimento blocchi il riavvio della produzione e per dare un immediato impulso alla ripresa delle vendite in un momento in cui la fiducia dei consumatori è bassa, riteniamo possa essere di grande efficacia un incentivo all'acquisto delle vetture in stock prodotte prima del lockdown".

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