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Fca-Psa, ricadute su settore strategico commerciale

Vantaggi da piattaforme e tecnologie Alfa, Jeep e Maserati

Redazione ANSA ROMA

Quella deliberata tra Fca e Psa è certamente una fusione 'win win', cioè un accordo in cui entrambi i partner ottengono grandi vantaggi. La strada da percorrere per contabilizzare il risultato di questa sinergia strategica, che rafforza entrambi i Gruppi e li fa salire al quarto posto nella classifica mondiale dei costruttori, è però lunga e dovrà essere percorsa alla corretta velocità. I primi risultati secondo gli esperti si potranno raggiungere sul fronte degli acquisti, con la possibilità - come si leggeva nella nota congiunta delle due aziende, diffusa a ottobre - di ottenere a breve termine ''sinergie annuali stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti''.
    Dovrebbe essere egualmente rapida la fusione tra le rispettive attività nel settore dei veicoli commerciali, con le gamme di furgoni, minibus, camion leggeri e furgonette parzialmente già realizzate in collaborazione (i due Gruppi lavorano assieme in questo ambito dal 1978). Già oggi sommando le vendite, Fca e Psa sono il numero uno al mondo e una estensione della cooperazione a tutte le fasce del segmento - la più semplice come dimostra quanto accaduto in passato fra Renault e Daimler e fra la stessa Psa e Opel - ne rafforzerà rapidamente la leadership, con ottimi margini di profitto. Per sfruttare correttamente i segmenti con maggiore 'ritorno' economico sugli investimenti Fca-Psa c'è da attendersi l'impegno fin da subito in un intenso programma relativo ai segmenti premium, luxury e sport, praticamente assenti (se si eccettua DS) dall'attività del Gruppo francese. La nuova struttura annunciata da poche ore e che raggruppa e razionalizza tutto il settore del Product Development - sotto la guida di Harald Wester, Chief Technical Officer di Fca e 'padre' delle Alfa Romeo e delle Maserati di ultima generazione - potrebbe essere un elemento chiave in questa strategia, spostando su Modena e il modernissimo Innovation Lab anche i futuri progetti 'alto di gamma' di Psa.
    Ancor più centrale il settore suv: come sottolineano gli analisti già all'attuale stato dei fatti la somma fra Fca e Psa in questo ambito colloca il nuovo 'conglomerato' al terzo posto nel mondo, ma - come dimostrano ogni giorno i concorrenti - i segmenti e i sottosegmenti da aggredire sono sempre più numerosi. La sinergia nel campo dei crossover, dei suv e dei fuoristrada (sfruttando soprattutto i know how e le capacità produttive di Jeep) potrà essere molto fruttuosa, sia con meccaniche tradizionali sia con modelli elettrificati.
    Numero 3 al mondo nel segmento A e numero 4 in quello, più ampio, delle auto B, Fca-Psa potranno crescere ulteriormente utilizzando le reciproche competenze: nell'offerta del Gruppo francese ci sono infatti molti modelli B generalisti - come Citroen C3, Peugeot 208 e Opel Corsa - e sul fronte Fiat l'offerta popolare si basa sulla Panda e sulla 'speciality' 500.
    Non vanno dimenticate, però la sempreverde Lancia Ypsilon (fortissima in Italia), i modelli Fiat leader in Brasile (Mobilità, Uno e Argo ) e le tre citycar di Psa Citroen C1, Peugeot 108 e Opel Adam. Per vedere novità in questo ambito, compresa una inevitabile e necessaria condivisione di piattaforme e motori, si dovranno però attendere almeno 24-36 mesi. Va ribadito al riguardo che Psa dispone di piattaforme modulari di ultima generazione (le Cmp e Emp2) che permettono di produrre sulla stessa linea modelli tradizionali, elettrificati ed elettrici. Componenti che, secondo gli esperti, sono e saranno un elemento di forza del nuovo Gruppo, 'invidiato' addirittura da grandi rivali che non possono invece sfruttare questa possibilità di rispondere rapidamente e senza costi aggiuntivi alle più che probabili fluttuazioni del mercato degli EV puri.

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