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Fca verso l'alleanza con Renault, prove di fusione

Possibile scambio azionario nell'accordo, domani il cda francese

di Serena Di Ronza NEW YORK

Prove di fusione fra Fca e Renault. Le due case automobilistiche si apprestano ad annunciare un'ampia alleanza, che potrebbe includere anche uno scambio azionario. L'accordo potrebbe aprire la strada all'ingresso futuro di Fca nell'alleanza Renault-Nissan-Mitubishi, creando un gigante mondiale delle quattro ruote. L'annuncio formale è atteso nelle prossime ore, probabilmente nella mattinata di lunedì, quando è in calendario anche il consiglio di amministrazione di Renault. Le trattative - secondo indiscrezioni - si sono intensificate negli ultimi giorni, nonostante i rapporti tesi fra Renault e Nissan in seguito all'arresto di Carlos Ghosn che ha sconvolto gli equilibri all'interno dell'alleanza. Proprio la casa giapponese sarebbe per il momento esclusa dall'intesa. Secondo il Financial Times, la cooperazione fra Fca e Renault sarebbe condizionata all'abbandono dei piani francesi di fusione con Nissan nel breve termine. I sindacati italiani attendono con un certo scetticismo ulteriori dettagli sull'operazione, preoccupati che si traduca in nuovi tagli. L'intesa ha infatti il potenziale di portare ampi risparmi in Europa, dove Fca ha quasi un terzo dei suoi dipendenti nonostante realizzi quasi tutti i suoi profitti in Nord America. Renault, di cui il governo francese ha il 15%, realizza in Europa quasi la metà delle sue vendite. L'alleanza "potrebbe generare opportunità se rivolta in modo prioritario allo sviluppo. Ma potrebbe nascondere dei grandi rischi se l'attenzione si concentrasse soprattutto sulla riduzione della capacità installata e quindi dell'occupazione in Europa" avverte Gianluca Ficco, responsabile del settore Auto della Uilm. Il segretario generale di Fim Cisl, Marco Bentivogli, chiede di aprire "al più presto un confronto perché è opportuno chiarire ed escludere eventuali sovrapposizioni con gli stabilimenti e l'occupazione nel nostro Paese". L'intesa, se si concretizzasse, rappresenterà la prima vera svolta dell'era Mike Manley dopo che il suo predecessore Sergio Marchionne ha spinto per anni per un consolidamento dell'industria dell'auto così da ridurre le spese di capitale e restare competitiva. Una teoria condivisa anche da Ghosn, il presidente di Renault-Nissan. Proprio Marchionne e Ghosn, i due uomini che hanno segnato e dominato il settore nell'ultimo decennio, sono i grandi assenti dalla maxi operazione che ha tutte le carte in regola per ribaltare gli equilibri dell'industria. Manley e il presidente di Fca John Elkann si sono recati più volte a Parigi dall'inizio dell'anno per lavorare a un'intesa che ora sembra a portata di mano. Un accordo che rafforza i legami economici fra Italia e Francia e che richiede il sostegno delle autorità dei due paesi viste le possibili implicazioni, anche in termini di posti di lavoro. Fca ha lavorato in passato con Emmanuel Macron: era il 2013 e sull'attuale presidente francese, allora consigliere di Francois Hollande, ricadeva la responsabilità delle trattative preliminari fra Fca e Peugeot.
    Dall'unione fra Fca e Renault nascerebbe un colosso dal valore di 33 miliardi di dollari in grado di sfidare Volkswagen in Europa e nel mondo. Un gigante forte sull'elettrico e le nuove tecnologie grazie a Renault e presente e forte in Nord America grazie a Fca. Un colosso con in portafoglio modelli in grado di coprire tutti i segmenti di mercato, dalla piccola Twingo all'altissimo di gamma Maserati, passando per Jeep e Ram, gli attuali motori della crescita di Fca.(ANSA).
   

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