Di fronte all'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, che manca di forza nel segmento delle auto di lusso, l'apporto di Fca sarebbe quello dei marchi di fascia alta, come Maserati e Alfa Romeo. Andando a nozze con la casa francese, Fca punta a mantenere l'alleanza di Renault con le altre due giapponesi: l'unione a quattro, scrive il quotidiano finanziario nipponico Nikkei, porterebbe le vendite annuali del nuovo polo a 15 milioni di veicoli, superando di gran lunga Volkswagen, ferma nel 2018 a quota 10,83 milioni. Il Nikkei, poi, osserva che i ricavi di Fca dipendono principalmente dalle sue vendite in Nord America. Una fusione con Renault, che genera la maggior parte dei suoi guadagni dal mercato europeo, finirebbe per neutralizzare e completare le rispettive debolezze. L'aggregazione sarebbe inoltre vantaggiosa per entrambe le case automobilistiche in termini di produzione e investimenti in nuove aree, quali intelligenza artificiale e veicoli elettrici. Resta, tuttavia, il nodo affatto secondario lontano dall' essere risolto: la proposta di Renault a Nissan, avanzata ad aprile, di riavviare i negoziati sulla fusione dopo lo scandalo che ha portato negli scorsi mesi all'uscita traumatica di colui che per diversi lustri è stato il "boss" incontrastato del gruppo franco-nipponico, Carlos Ghosn. E' inevitabile che l'unione Renault-Fca sia destinata a far salire la pressione su Nissan per la revisione dei legami patrimoniali, sicuramente dopo l'assemblea generale dei soci di giugno della casa automobilistica nipponica.