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Ripresa filiera auto, piani ben definiti senza perdere tempo

Per Advancy, opportunità usato e service. Tutelare produzione Ue

Redazione ANSA ROMA

Il recupero della filiera dell'automotive dovrà viaggiare ad una velocità adeguata, anche perché i corretti piani di ripartenza potranno essere definiti solo dopo un'attenta osservazione del mercato. Il rischio, se l'accelerazione dovesse essere eccessiva, è quello di un vero 'colpo di spada' su tutto il settore. A fornire queste indicazioni e a lanciare questo allarme è Rémi Cornubert, senior partner di Advancy, società di consulenza con sedi a Parigi, Boston, Francoforte, Londra, New Delhi, New York, Sao Paulo, Shanghai e Sydney.

In una intervista rilasciata al magazine specializzato Autoactu, Cornubert delinea un scenario ben diverso dalla crisi finanziaria del 2008/2009. ''Oggi siamo in una crisi economica globale, con un effetto domino che si sta diffondendo da est a ovest e che fa il giro del mondo - afferma l'analista - Abbiamo un doppio shock relativo a domanda e offerta. I concessionari sono chiusi e le vendite non sono diminuite solo del 30%, siamo quasi a zero. È pazzesco. La grande differenza è anche che la Cina, che rappresenta un terzo del mercato mondiale, non è più un motore di crescita''.

Osservando la situazione delle grandi aziende automobilistiche, in funzione della necessità di ripartire al più presto, Cornubert afferma che ''attualmente le società non hanno ancora avuto grosse difficoltà finanziarie e nessuna è scomparsa. Se dovessimo aspettare di più, i fornitori potrebbero scomparire con il rischio di mancanza di parti. Tutte le società tendono in questo momento a conservare i loro soldi e potrebbero esserci fornitori, privi di finanziamenti per produrre, che chiederanno ai loro clienti di pagare gli arretrati prima di effettuare nuove forniture e anche di chiedere il pagamento alla consegna''.

Per ciò che riguarda la rete di vendita e assistenza, l'analista di Advancy torna al paragone con la crisi del 2008/2009: ''allora, superate le difficoltà, le persone hanno ripreso a consumare in modo naturale. Oggi siamo invece in una crisi ciclica che rischia di diventare sistemica per effetto di cambiamenti nel comportamento dei consumatori''. E ribadisce che ''la domanda (di auto ndr) non inizierà allo stesso livello di prima. In Cina, stiamo assistendo ad esempio a un maggiore interesse per i veicoli usati. Gli utenti sono sensibili al prezzo e ora ci sono auto d'occasione disponibili''. Cornubert fa notare che la crisi ha provocato una forte preoccupazione per la salute da parte dei consumatori che ''oggi sono riluttanti a prendere i mezzi pubblici, cosa che sta provocando un ritorno ai trasporti individuali. Un trend questo che potrebbe generare un boom delle auto usate anche in Francia'' e, quindi, anche negli altri mercati europei. Di conseguenza questo cambiamento nei comportamenti favorirà - secondo l'analista di Advancy - quegli operatori che ''si sono sviluppati bene nei settore dei veicoli d'occasione, ma anche l'assistenza post vendita avrà un carico di lavoro. Ci saranno ritardi nelle consegne del nuovo e verranno effettuate riparazioni che prima non sarebbero state programmate. Ciò che guiderà l'attività di rete a breve termine saranno dunque il servizio post-vendita e il settore dell'usato''.

Autoactu ha anche chiesto a Cornubert che piani dovrebbero essere varati per supportare la ripresa, ferma restante la necessità di interventi da parte dei Governi in questo ambito. ''Dobbiamo evitare programmi di stimolo troppo focalizzati su un tipo di auto piuttosto che su un altro - ha detto - e tener invece conto del luogo in cui il veicolo è fabbricato. Non so se questo possa essere accettato da Bruxelles, ma dobbiamo almeno favorire i modelli prodotti in Europa''.

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