Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ds, la storia di un brand legato al presidente De Gaulle

Nessun allestimento speciale,il generale non amava le blindature

Redazione ANSA ROMA

La storia di Ds la storia di un marchio che lega il suo nome al presidente De Gaulle, che ha guidato la Francia durante la Resistenza dal 1959 al 1969, un decennio durante il quale ha lasciato un'impronta significativa sul Paese e sugli stessi francesi.

Poco dopo il suo insediamento alla Presidenza della Repubblica, fece pressioni perché il parco auto dell'Eliseo venisse rinnovato: tre anni prima, era apparsa al Salon de l'Auto di Parigi la nuova Ds19.

In breve, ogni spostamento, parata, apparizione pubblica di ministri e deputati era accompagnato da uno stuolo di Ds che divennero immediatamente il simbolo stesso della presenza dello Stato. Lui, De Gaulle, la DS19 se l'era comprata (e così fu per tutte le Ds che utilizzò), ovviamente nera, dal suo concessionario di fiducia.

Ci si sarebbe aspettati una Ds Prestige, invece no: era una berlina normalissima, senza alcuna separazione tra i posti posteriori e l'autista: Charles de Gaulle considerava il suo autista un amico e un confidente e non avrebbe accettato 'muri'.

Poi, nell'agosto del 1962, accadde l'attentato di Petit Clamart: De Gaulle era tornato a Parigi dalle vacanze per un consiglio dei ministri urgente. Per farlo, un aereo l'aveva portato fino all'aeroporto militare di Villacoublay, da dove una DS19, scortata da poliziotti in motocicletta, l'aveva portato a Parigi. Alla sera, al momento di tornare a Villacoublay, una pattuglia di terroristi aprì il fuoco contro la Ds del generale.

Il convoglio passò senza feriti, l'autista riuscì a guadagnare velocità e seminare gli attentatori.

Se questo episodio portò un'inattesa pubblicità alle caratteristiche stradali al mondo della Ds19, pose grossi problemi alla scorta del generale che non voleva sentir parlare di auto blindate per i suoi spostamenti.

Nonostante le sue iniziali titubanze, dopo l'evidenza di altri attentati in preparazione da parte dei terroristi (e non solo), De Gaulle acconsentì allo studio di una vettura blindata speciale per la Presidenza della Repubblica. Del progetto, fu incaricata una equipe guidata dal giovane Robert Opron, allievo di Flaminio Bertoni: la fase di design iniziò nel 1964, ma la scomparsa di Flaminio Bertoni avvenuta pochi mesi dopo, fecero slittare la progettazione fino alla seconda metà del '65, quando fu presentata la nuova Ds21, più adatta a sopportare il peso della imponente blindatura e della incredibile carrozzeria che avrebbe dovuto ricoprirla.

Si racconta che il Generale e la moglie furono invitati a Levallois per vedere la 'maquette' in legno della nuova vettura.

De Gaulle scosse vigorosamente la testa davanti a quella specie di portaerei che era la nuova 'Presidentielle', soprattutto quando scoprì la parete blindata interna, che l'avrebbe diviso dall'autista. Alla fine De Gaulle dopo aver provato la seduta entrando nella maquette, si alzò, salutò i convenuti e tornò all'Eliseo mostrando di fatto la sua approvazione.

Dentro la vettura c'era tutto il possibile e di più, persino una 'cassetta postale' che davvero di tutto, anche una cassetta postare per scambiare messaggi tra i posti posteriori e l'aiutante di campo del generale, seduto accanto all'autista.

L'auto fu consegnata nel 1968, ma il Generale la utilizzò in totale tre sole volte, in occasioni ufficiali, preferendogli la sua nuova Ds21 Pallas, acquistata dal suo amico concessionario.

Dopo aver perduto il referendum da lui voluto nel 1969 sulla riforma costituzionale, Charles de Gaulle si dimise, lasciando la guida del Paese a Georges Pompidou. Il nuovo presidente utilizzerà più spesso la grande 'Presidentielle', ma nel frattempo le mode erano cambiate ed il design della '1-PR-75', risultava invecchiato a vantaggio delle classiche berline Ds di serie.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Modifica consenso Cookie