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Da Milano all'Elba si inventa un lavoro, i pianeti decorati

Da Milano all'Elba si inventa un lavoro, i pianeti decorati

Chiara Scalabrino realizza opere ispirate a Bosh e Picasso

08 ottobre 2019, 17:44

di Francesca Brunati

ANSACheck

sfere decorate di Chiara Scalabrino e del suo atelier appena aperto a Portoferraio - RIPRODUZIONE RISERVATA

sfere decorate di Chiara Scalabrino e del suo atelier appena aperto a Portoferraio - RIPRODUZIONE RISERVATA
sfere decorate di Chiara Scalabrino e del suo atelier appena aperto a Portoferraio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiara Scalabrino è fuggita da Milano perché le stava troppo stretta, non sopportava più quel ritmo di vita che le "toglieva il fiato". Voleva spazio, la natura e il mare. E così 15 anni fa è ritornata nel luogo dove nel '700 una parte della sua famiglia aveva fatto tappa, l'isola d'Elba, è si è reinventata un lavoro. E ora a Portoferraio, in una stradina del centro, ha aperto il suo laboratorio. In vetrina, sulle mensole di una libreria che scendono a cascata dal soffitto tante sfere che, come quadri, ritraggano paesaggi, campi di fiori o si ispirano a stampe d'epoca o a opere contemporanee.
Sono una sorta di 'pianeti' quelli creati da Chiara Scalabrino, toscana di origine ma milanese di adozione. A Milano, dove viveva con mamma e fratelli in una zona a ridosso di piazza Sant'Ambrogio e corso Magenta, ha frequentato le scuole elementari e le medie. Poi durante il liceo artistico la prima esperienza che le ha fatto capire che per lei la città era una "prigione": un semestre trascorso in Alaska, tra i ghiacci e, al disgelo, le praterie. Dopo la maturità l'iscrizione all'Accademia del Superfluo a Roma, e poi i primi passi nel mondo del lavoro. Come decoratrice fa parte dell'équipe guidata da Bruno Zanardi chiamata a restaurare la cappella del Sancta Sanctorum. Agli inizi degli anni '90 il rientro a Milano. Il matrimonio e due figli. "Un anno dopo la prima maternità - racconta lei - dopo aver bazzicato un po' negli ospedali milanesi mi sono messa in testa di dipingerli tutti. Troppo tristi, troppo opprimenti per i bimbi e le mamme". Così, con Domenico Fazzari e il suo gruppo, affresca le pareti delle neonatologie di Niguarda e di Como, della pediatria a Lecco e di altri reparti dedicati ai bambini. "Una bella esperienza - continua -. Ma quelli sono gli anni in cui mi rendo conto che la città mi sta stretta, che non ero più contenta. E poi sarà un caso ma scopro che nel '700 i miei antenati, quelli da parte del babbo, erano pescatori di coralli che dalla Sicilia sono approdati a Rio nell'Elba. L'ho letto come un segnale, ritornare alle mie radici".

Nell'isola, a Norsi, trascorreva le vacanze estive. Ed è lì che nel 2004, in un casale agricolo abbarbicato sulla montagna ma con vista mare, ha cominciato a trascorrere la maggior parte del tempo fino poi a trasferirsi stabilmente qualche anno dopo con i suoi due figli, Nicola e Ludovica, e Buio, un labrador dal pelo scuro. Per lei finalmente "un posto a dimensione d'uomo". Nei primi anni piccoli lavoretti come decoratrice che pian piano sono diventati fissi per alcuni alberghi dell'isola: in inverno, quando sono chiusi, il restyling di stanze, di armadi, porte e così via. "Una imbianchina specializzata", racconta scherzandoci su. Poi un cinque anni fa il Comune di Portoferraio le chiede di pensare a qualcosa di speciale per l'albero di Natale. E lei si inventa un abete "parlante" con le palle sulle quali aveva riprodotto, con una particolare tecnica di collage mista a pittura, la storia della cittadina dove Napoleone ha trascorso parte del suo esilio. L'incontro con le sfere, "per me è stato quasi mistico. Inoltre la loro forma richiama la perfezione e le loro rotondità e l'assenza di spigoli, hanno il potere di lenire le mie ansie".
Quindi lo studio dei materiali in cui realizzarle, in vetro, terracotta oppure in leggerissimo polistirolo e delle dimensioni mai troppo piccole, sono andati di pari passo con l'idea di preparare la carte da applicare: si va dai fiori dell'Elba che lei stessa ha raccolto, alle descrizioni storiche dell'isola, alle rivisitazioni o di vecchie stampe o delle illustrazioni di Gustavo, delle opere di Bosh o Picasso. "Ricompongo le immagini che sono fedeli ma non troppo all'originale. Le ricostruisco, reinterpretandole". E adesso questi 'pianeti magici' illuminano una piccola vetrina nel centro storico di Portoferraio.

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