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Gucci lancia Vault, il vintage diventa mainstream

Gucci lancia Vault, il vintage diventa mainstream

Oggetti d'archivio rimessi a nuovo insieme a talenti emergenti

MILANO, 25 settembre 2021, 13:52

di Gioia Giudici

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 "Il vintage è sempre stato un mondo Underground, per fissati ossessivi, invece è interessante che diventi mainstream": così Alessandro Michele spiega perché è nato Vault, lo store on-line dove Gucci venderà capi del passato del marchio personalizzati dallo stesso direttore creativo insieme a proposte di giovani talenti. "È un contenitore concepito come un multibrand che quasi non esiste più - spiega Michele nello spazio allestito all'arco della pace durante la fashion week milanese - Ho pensato di farlo online in modo che tutti ci possano andare, era bello creare un territorio completamente aperto. Il progetto è nato dalla ricerca di cose belle che pratico nella mia vita privata e che forse ha reso Interessante il mio lavoro". "Passo la vita cercando - racconta ancora il direttore creativo di Gucci - e Vault è nato per cercare di espandere un laboratorio, per creare qualcosa dalla passione per il vintage che caratterizza il mio percorso: per me è un regalo e sono contento che l'azienda ne sia entusiasta". Per cercare i pezzi vintage sono stati usati vari canali, dalle aste ai venditori privati: "è un lavoro infinito perché il passato è infinito".
Fin dall'inizio dell'impegno come direttore creativo della griffe della doppia G, Michele ha esplorato e recuperato il passato alla luce del presente: "tengo tutto insieme, sembra la mia specialità ma è condivisa, solo che io la manipolo: le cose presenti - riflette Michele - sono appartenute al passato e forse prefigurano il futuro. Per quanto mi riguarda fingo di non avere l'orologio per lavorare bene. Viviamo un pezzo di passato anche camminando per le strade, è l'unica passerella che abbiamo e oggi abbiamo capito che non è una colpa". In questo senso la riflessione di Michele è che "la moda ha paura di dire che esiste e ha uno spessore, invece ha un un grande potere. Il peccato originale della moda è che non è arte, ha una dignità limitata perché la vendi, ma io non sono d'accordo, per me è una manipolazione che produce una relazione con la vita, ha una grande capacità di narrazione insita nel suo DNA e per questa sua capacità mi piacerebbe che non fosse declassata. Forse per altri ambienti è frivola invece per me è leggera ma seria".
Se per molti Il passato è in contraddizione con il presente "per una sorta di attitudine post-bellica di ricostruzione, io vivo il presente e il passato insieme" dice ancora Michele che durante la pandemia aveva lanciato un invito a cambiare i tempi della moda che lui ha rispettato per primo. Ora dice che "la verità è che le cose ti succedono davanti e mi è tornata voglia.
Quando torneremo, e ho pensato che lo faremo presto, credo che comunque le cose saranno diverse, come quando una relazione finisce male e poi la riprendi sapendo che non avrai voglia di rifare gli stessi sbagli". "Ho voglia - conclude - di rivedere lo show e le persone".

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