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Giorgio Armani: "Non retrocedo di un passo"

Giorgio Armani: "Non retrocedo di un passo"

Festa per 40 anni di Emporio con sfilata e mostra a Milano

MILANO, 23 settembre 2021, 20:27

di Gioia Giudici

ANSACheck

MODA: EMPORIO ARMANI, LA SFILATA - RIPRODUZIONE RISERVATA

MODA: EMPORIO ARMANI, LA SFILATA - RIPRODUZIONE RISERVATA
MODA: EMPORIO ARMANI, LA SFILATA - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non penso di dover retrocedere dalle mie idee e dal mio modo di pensare, non voglio retrocedere di un passo" dice Giorgio Armani al termine della sfilata con cui a Milano Emporio Armani festeggia in passerella i suoi primi 40 anni.
Una celebrazione accompagnata da un video proiettato all'inizio della sfilata, da una mostra all'Armani Silos, dall'uscita in passerella dei collaboratori storici Silvana Armani e Leo Dell'Orco, direttori degli uffici stile donna e uomo dell'Emporio, da una puntata speciale del magazine che porta il nome della linea, e anche da qualche riflessione.

"Sono stati 40 anni duri, durissimi ma anche belli, bellissimi, nonostante 40 anni di fantasie strane, proposte anche assurde, vedere dei ragazzi così semplici, puliti e carini - riflette Armani - mi ha fatto molto piacere, tengo duro per quello, perché ritengo il mio modo di pensare trovi poi un riscontro notevole". E se in 4 decenni Emporio trova ancora la via per arrivare ai giovani e rimanere nuovo un motivo c'è: "ci sono le cure termali e i lifting" scherza Armani, spiegando poi che "ci si rinnova guardandosi intorno e non facendo ciò che ti viene proposto".
Seguire la propria strada, in maniera chiara, come fece nel 1981, quando nacque l'Emporio. "Disegnai un aquilotto al telefono e Sergio (Galeotti, ndr) mi chiese 'troviamo anche noi una Lacoste?' e io dissi, 'cosa volta alto?'. 'L'aquila' rispose lui e allora facemmo l'aquila". Un simbolo conosciuto in tutto il mondo e nato a Milano, città tanto legata al nome Armani che "da quando ho fatto il murales in Broletto - racconta lui - i tassisti chiedono ai passeggeri 'la porto da Armani?'". Di questo e di molto altro - la parità tra uomo e donna, l'erotismo, i viaggi - parla la mostra 'The way we are': "Emporio Armani nasce nel 1981 - in anticipo sui tempi. L'ho immaginato - racconta Armani - come una linea con cui sperimentare, catturando le nuove tendenze e proponendo una moda democratica, un contenitore nel quale ciascuno può trovare qualcosa e farlo proprio, interpretandolo in modo personale.
Oggi rappresenta la declinazione trasversale e dinamica del mio concetto di stile e non ha perso lo spirito iniziale di individualità e aggregazione, di ricerca e libertà".
Lo spirito di Emporio pervade la mostra, curata personalmente da Giorgio Armani, che andrà a sostenere i progetti volti a contrastare l'abbandono scolastico di Save the Children. Anche la moda, riflette Armani, può educare: "mi sono proposto di diventare maestro e infatti mi ci chiamano" scherza, per poi spiegare che anche grazie a una cultura dell'abito "puoi riconoscere te stesso e quello che puoi essere, in un modo o in un altro, e io preferisco altro".
Un altro che per la prossima primavera estate si traduce in una collezione che ha il suo centro nella leggerezza, nella fluidità dei tagli e nel colore: "l'ottimismo - spiega Armani - sta nel fatto che chi veste questi abiti si sente più sicuro e rasserenato". Sono colori che partono dai toni del deserto per arrivare ai pastello e divampare in un'esplosione finale di rossi, verdi, blu saturi, per abitini di frange di paillettes per lei e completi bermuda-casacca in scintillante shantung per lui. Sono colori "un po' fuori tema nel panorama Armani ma mi sembrava necessario - racconta lo stilista - dare un colpo di allegria e questi colori mi fanno gioire". Così come le collane da uomo grandi e colorate, uguali a quelle di lei, in un interscambio continuo di mondo maschile e femminile. Per lei sfilano abiti sottili e segnati in vita, blouson e pantaloni fluidi proposti come nuovo suit, blazer leggeri come camicie, fantasie e linee che sono echi di viaggi. Lui condivide la stessa idea di morbida eleganza, fatta di giacche-camicia, casacche ampie e pantaloni pigiama, maglie stampate effetto tatuaggio e denim sartoriale, ma anche bermuda in shantung con bluse in seta e slipper in pelle.

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