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Fendi, la bellezza si tramanda come un corredo

Fendi, la bellezza si tramanda come un corredo

Lino e tombolo, artigianato e mondo visto dalla finestra

MILANO, 24 settembre 2020, 13:36

di Gioia Giudici

ANSACheck

Fendi - Runway - Milan Fashion Week S/S 2021 © ANSA/EPA

Fendi - Runway - Milan Fashion Week S/S 2021 © ANSA/EPA
Fendi - Runway - Milan Fashion Week S/S 2021 © ANSA/EPA

"La moda è qualcosa di serio, un mezzo per raccontare noi stessi e la nostra storia" dice Silvia Venturini Fendi, parlando della nuova collezione per lui e per lei, in passerella insieme a Milano e "pensata - racconta via zoom prima della sfilata - in un momento in cui ci stavamo affacciando a questa nuova realtà, un momento in cui parlare di moda, vista la drammaticità del momento, mi sembrava difficile".
    Lei, allora, ha preferito non pensare agli abiti in sé, ma al loro valore, partendo dall'inizio: "in ogni famiglia viene tramandata una storia, nella mia è stato tramandato il valore delle cose belle e per questo mi sono ispirata alla tradizione italiana di tramandare il corredo, le belle lenzuola, a me viene spontaneo tramandare gli abiti e niente mi fa più felice di vedere una delle mie figlie indossare i miei vestiti da ragazza".
    Ed ecco che questa collezione - visibile sia in digitale sia in forma fisica, ma ristretta a pochi invitati, in una sala tutta bianca con gli ospiti seduti a distanza di sicurezza - è un ritorno alle radici, dai materiali, a partire dal lino, nelle sue versioni più leggere o sostenute, alle lavorazioni, "che sono quelle che danno valore alla moda italiana". Ed eccoli, i punti ripresi dai corredi: l'ajour, il tombolo, che passano dalle lenzuola e le tovaglie agli abiti. Sempre per sottolineare il valore delle tradizioni, Fendi ha dato il via al progetto 'Hand in hand', affidando a 21 artigiani, 1 per regione, la realizzazione di una borsa baguette, con le tecniche più disparate.
    In sfilata, il modello di un artigiano marchigiano che lavora il salice intrecciandolo: "stava per smettere e oggi dopo questa collaborazione sono tornati a piantare i salici e hanno ripreso la produzione, questo - chiosa Silvia Venturini - è ciò che la moda deve tornare a sottolineare". E a ricordare, come la borsetta dell'artigiana abruzzese con il pizzo fatto al tombolo e messo nello zucchero per renderlo rigido. Oltre ai punti ripresi dai vecchi corredi, ci sono delle stampe di ombre di natura, le stesse proiettate nella sala della sfilata, come "immagini dell' esterno visto dall'interno, finestre virtuali perché la finestra è il simbolo del momento, simbolizza l'apertura e la chiusura al mondo. Vedere le cose dall'interno e da lontano è un modo di guardarle con più distacco e in modo più chiaro". I colori sono semplici, il bianco sopra tutti, le linee pure e fluide, con aperture inaspettate date dai bottoni che aprono il dorso o le maniche della giacca. E poi le vestaglie ricamate a fiori e le tuniche svasate che hanno il sapore della biancheria tramandata di madre in figlia e raccontano della "voglia sentita in quarantena di stare in famiglia e di raccontare di me". Non a caso, nell'invito alla sfilata digitale, alcune foto della famiglia Fendi accompagnano la ricetta del pesto della nonna e due pacchi di pasta formato logo, a raccontare "la storia di un'azienda di famiglia che è diventata un grande gruppo".
    A enfatizzare questo senso di famiglia, la scelta di mandare in passerella madri e figlie, sorelle, padri e figli, ma anche top storiche come Maria Carla Boscono, Eva Herzigova, Karen Olsen accanto a colleghe plus size come Ashley Graham.
   

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