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Moda

Glitter e eye liner, il glam rock di David Bowie compie 50 anni

Genere incrociò moda e leggerezza, diventò fenomeno di costume

DAVID BOWIE © ANSA
  • di Titti Santamato
  • BERLINO
  • 16 gennaio 2020
  • 17:35

Paillettes, piume, zatteroni, trucco, un recupero della leggerezza nelle canzoni dopo l'impegno degli anni Sessanta. All'alba degli anni Settanta appare un nuovo genere nel variegato mondo del rock: è il glam rock, abbreviazione di "glamour", strettamente intrecciato alla moda tanto da diventare anche un fenomeno di costume. Il capostipite è Marc Bolan, leader dei T-Rex, ma tra gli esempi più popolari ci sono David Bowie e i Roxy Music. E a 50 anni dalla nascita lo stile decadente e alcune canzoni sono sopravvissute al tempo. L'inizio del movimento coincide con l'apparizione, tra fine anni Sessanta e i primi anni Settanta, sulle scene musicali di Marc Bolan, con riccioli, glitter, satin e occhi bistrati, voce melodica e chitarra elettrica. Un misto di sensualità e androginia che colpì le ragazzine dell'epoca. Dopo un inizio in sordina Bolan e i T-Rex pubblicano il disco Hot Love che scala le classifiche, a incoronare il cantante e il movimento glam l'apparizione nello show musicale della Bbc Top of the Pops. Ma se Bolan è considerato il capostipite, il musicista simbolo del 'glam rock' è senza dubbio David Bowie nelle vesti del suo alter ego Ziggy Stardust. I vestiti eccentrici, il trucco ispirato alle geishe, il modo di stare in scena che gli aveva insegnato Lindsay Kemp, l'ostentata bisessualità, portano una ventata di aria nuova. "E' nata una stella", scrive la rivista Melody Maker e i fan lo vedono come un simbolo di liberazione, che li esorta ad essere quello che desiderano. Bowie nei concerti dal vivo raccontava spesso uno dei momenti clou della sua vita, proprio l'incontro con Marc Bolan e il segreto del loro look: "La sera facevamo shopping nei bidoni della spazzatura a Carnaby Street, era un periodo d'oro".
Il fenomeno annovera però altri artisti come Mott the Hoople, Faces, Slade, Gary Glitter e soprattutto i Roxy Music. Nati nel 1970, sono i principi decadenti del 'glam', il lato intellettuale del fenomeno, con un background da classe operaia. Il gruppo combina lo stile dandy del frontman Brian Ferry al genio di Brian Eno che anni dopo, in una stagione musicale totalmente diversa, collaborò con Bowie diventando determinante nella trilogia berlinese. Con il singolo Virginia Plain arrivano dritti nella Top 10 britannica, poi Eno esce dal gruppo e indugiano più sul lato estetico che su quello sperimentale. Tra gli esponenti del 'glam rock' meno ricordati c'è Suzie Quatro, mentre nei primi anni della loro carriera anche Elton John, Rod Stewart e Freddie Mercury adottano stili glam. Così come influenze si intravedono nel celebre musical The Rocky Horror Picture Show. Il fenomeno, inoltre, molto più marcato in Gran Bretagna, suggestiona anche alcuni musicisti americani come Alice Cooper, i New York Dolls, Lou Reed e Iggy Pop, dal look più estremo che anticipa il punk. E in Italia Renato Zero. Il 'glam rock' declina a metà degli anni Settanta e molti dei suoi massimi esponenti a partire da Bowie cambiano stile (Bolan morì nel '77 in un incidente stradale), ma getta il seme per altri generi come il 'new romantic' e il 'synthpop' dei primi anni Ottanta, in particolare Duran Duran, Abc, Ultravox e Japan. Cosa rimane del 'glam' nella musica oggi? "La fissazione con la fama come soluzione o via d'uscita, l'idea di decadenza", ha spiegato a Billboard Simon Reynolds, critico musicale e autore del libro 'Polvere di stelle. Il Glam Rock dalle origini ai giorni nostri', che individua in Marilyn Manson, Lady Gaga e Kanye West gli epigoni attuali del 'glam'
   

  • di Titti Santamato
  • BERLINO
  • 16 gennaio 2020
  • 17:35

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