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Cosa resterà della moda del secondo decennio del Duemila

Cosa resterà della moda del secondo decennio del Duemila

La rivoluzione delle sneakers, il denim green e le fur free

ROMA, 03 gennaio 2020, 17:00

Patrizia Vacalebri

ANSACheck

La sfilata di haute couture di Chanel del 2014 dove Karla Lagerfeld sdoganò le sneakers © ANSA/EPA

La sfilata di haute couture di Chanel del 2014 dove Karla Lagerfeld sdoganò le sneakers © ANSA/EPA
La sfilata di haute couture di Chanel del 2014 dove Karla Lagerfeld sdoganò le sneakers © ANSA/EPA

   La moda del decennio 2010-2019 verrà ricordata per tre grandi rivoluzioni legate indissolubilmente ai cambiamenti che avvengono nella società contemporanea. Il primo è lo sdoganamento delle sneakers da scarpe sportive tout court a calzature per ogni occasione, anche eleganti. Una rivoluzione sancita nientemeno che da Karl Lagerfeld, con la sua collezione di alta moda disegnata per Chanel nel 2014, dove inserì sneakers preziose, ricche di fiori e di ricami, glitterate e argentate, messe sotto a tailleur perfetti, a completi con pantaloni aderenti e corti come tute da jogging, a tubini da cocktail e perfino sotto lunghi abiti da sera in pizzo bianco e nero. Il visionario Lagerfeld aveva capito che doveva catturare il gradimento del pubblico femminile più giovane già a meta' anni '90 quando aveva proposto alle piu' giovani fans di Chanel, le scarpe da ginnastica anche con gli abiti da sera.
    La seconda rivoluzione del decennio riguarda la presa di coscienza delle griffe sulla situazione dell'ambiente con la conseguente volontà di porre fine al degrado generato da una produzione incontrollata e poco rispettosa della natura, scegliendo il riciclo di plastiche e materiali di scarto, la produzione organica di cotone e l'utilizzo di altri materiali naturali. Un esempio per tutti è la lavorazione del denim, che diventa tendenza eco-sostenibile anche nella versione couture. Terza rivoluzione è l'abbandono anche da parte di importanti nomi del fashion di una moda crudele che utilizzava gli animali da pelliccia e i piumati soltanto per soddisfare la vanità femminile e i guadagni millionari. E' il boom delle fur free, dette eco-pellicce e dei piumini 'vegani', cioè imbottuti con materiali non animali. Miuccia Prada dopo aver rinunciato alle pellicce ha lanciato le borse in nylon rigenerato. Svolta fur free anche da Donatella Versace e Gucci.

Tornando al denim, terza rivoluzione del decennio, Tru Blu e' ad esempio il nome della capsule green del marchio britannico Pepe Jeans London, che abbraccia l'idea di un processo produttivo per collezioni che includano capi e accessori realizzati con fibre tratte da materiali riciclati. La capsule e' un total look per adulti e bambini, composto da giacche, jeans, T-shirt, felpe, sneakers in tela e borse, realizzati con tessuti recuperati e contraddistinte dallo slogan "Be Life" e in colori naturali. Da Stella McCartney, pioniera della moda conscious con la sua borsa Falabella in eco-pelle, il denim organico viene proposto sotto forma di tuta e i pantaloni palazzo sono rifiniti con un motivo tie-dye grafico nella colorazione blu oceano.  Sara Cavazza Facchini per Genny guarda alla sostenibilita' gia' da tempo. In una delle recenti collezioni dove le divise dei piloti diventavano tute e i tatoo venivano trasformati in grafismi sul tulle, pensando al rally Dakar, la stilista ha dichiarato la voglia di cambiare, di guardare all'ambiente. Tre capi, una tuta, un mini-abito e un maxi dress sono stati realizzati in seta biologica. La special edition e' stata realizzata con tessuti eco nati dalla collaborazione con l'azienda Taroni, secondo quanto definito dalla campagna Detox di Greenpeace e nel rispetto dei requisiti richiesti dalla certificazione Gots (Global Organic Textile Standards).
Infine, è inevitabile tracciare un parallelo con la moda degli anni Venti del secolo scorso, quella legata alla "rinascita" dopo la Prima Guerra Mondiale. Quelli compresi tra il 1910 e il 1919 erano i cosiddetti Anni Ruggenti, un momento storico in cui si cercava di ricostruire una società decimata e un periodo in cui le donne cominciavano a imporsi in ruoli diversi da quelli di madre e moglie, abbandonando come prima cosa i corsetti e le sottane lunghe. Ben presto quella divenne l'epoca delle flapper girls: capelli corti tagliati alla 'maschietta', abiti alla garconne, cappelli a cloche. Grazie a Coco Chanel comparvero i primi pantaloni, gli abiti in jersey, la petite robe noire, ovvero il tubino nero entrato nel mito, i profumi Chanel N.5 e N.22. Un secolo fa, nel decennio corrispondente a quello contemporaneo, che terminerà il 31 dicembre 2019, ci fu nel mondo una vera rivoluzione della moda e del costume. Sarà lo stesso per questo decennio che sta finendo?

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