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Food

I supercibi della nonna, gli italiani riscoprono il cibo salutistico della tradizione popolare

Cipolla rossa, visciole, giuggiole, cotogne, patate viola esempi di toccasana della nostra storia

Fagiolini, datterini gialli, cipolla rossa, carote dalla produzione dell'azienda agricola Gabriella Nardoni c/o Campagna Amica - Roma Circo Massimo © Ansa
  • Redazione ANSA
  • 08 settembre 2018
  • 09:24

I supercibi della nonna possono offrire una valida alternativa ai prodotti esotici, ma anche ai novel food, i cibi fatti in laboratorio che hanno appena ricevuto il via libera dell’Unione Europea e che potrebbero presto arrivare sugli scaffali dei supermercati.

Addio al menu proposto dai grandi chef o dal dietologo, più di un italiano su tre (36%) si affida al medico per risolvere i propri dubbi sull’alimentazione. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Ref Ricerche presentata al Sana, il 30° salone internazionale del biologico e del naturale a Bologna. Sempre più salutisti e attenti al cibo che consumano, gli italiani hanno scoperto il valore “farmaceutico” degli alimenti con effetti rilevanti sulle scelte dei prodotti che mettono nel carrello. Il “cibo salutistico” vale circa il 10% degli acquisti e aumenta il doppio del mercato con casi eclatanti come i semi di zucca le cui vendite in valore sono cresciute nell’ultimo anno del 28%, o il farro con +16% o le mandorle che mettono a segno un +15%, o la farina di riso (+8%) secondo elaborazioni sul rapporto 2018 di Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy.

Una domanda che ha trainato la riscoperta dei superfood della nonna con proprietà salutistiche riconosciute dalla tradizione popolare e oggi certificate anche dalla scienza.

Dalla cipolla rossa di Cavasso Nuovo, dal Veneto, un toccasana contro lo stress e l’ipertensione a causa di una vita sempre più frenetica, ma che aiuta anche a ridurre il colesterolo. Dai campi emiliano-romagnoli arrivano invece i meloni banana, che sono antiossidanti ma che, grazie al contenuto di calcio, fosforo e potassio, aiutano contro l’osteoporosi e le malattie cardiovascolari. Le giuggiole sono particolarmente utili per chi soffre di pressione alta o di malattie alle vie respiratorie, ma anche per combattere l’insonnia, gli stati di ansia e le palpitazioni. Anche l’azzeruolo, albero simile al biancospino, possiede preziose proprietà medicinali, con i frutti che sono ottimi ricostituenti e tonici mentre i fiori sono indicati nella cura delle arteriosclerosi e contro l’ipertensione. Le mele e le pere cotogne, ricche di pectina aiutano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e glicemia nel sangue, mentre le pere volpine limitano l’assorbimento di grassi e colesterolo. Il corbezzolo, poi, è ricco di tannini dal noto effetto antiossidante, essenziale per combattere l’azione del tempo e i radicali liberi. In Sardegna è stata recuperata “sa” pompia, sorta di cedro dalla buccia spessa e ruvida usato nella preparazione di dolci e liquori, ma dal quale si ricavano anche oli essenziali che curano tosse e raffreddore e aiutano anche l’intestino. In Friuli Venezia Giulia sboccia la rosa di Gorizia una varietà pregiata di radicchio rosso che aiuta a depurare l’organismo. La melanzana rossa è tornata a essere coltivata in Basilicata poiché vanta tra le proprietà principali, quella antiossidante, utile per contrastare l’invecchiamento cellulare, oltre a ridurre il colesterolo. Dalle Marche arrivano le visciole, varietà selvatiche di ciliegia che i contadini consumavano durante il lavoro nei campi per le loro proprietà rinvigorenti. La roveja di Cascia, coltivata dagli agricoltori umbri terremotati, è un legume antico con alto contenuto di proteine e pochi grassi, dunque adatto a chi deve perdere peso. In Sicilia la fava di Leonforte assicura un alimento ricco di sali minerali che poteva essere seccato e conservato a lungo. Nel Lazio si producono i fagioli del Purgatorio dalle ottime proprietà nutrizionali così come in Campania è noto il pomodorino del Piennolo una varietà antica di pomodoro dalle proprietà antiossidanti. La patata viola possiede interessanti proprietà antitumorali e contro l’invecchiamento grazie soprattutto ad alcune sostanze presenti nella buccia. È ligure il chinotto, che, oltre alle proprietà digestive, antiossidanti e anti-infiammatorie, riduce l’effetto tossico di alcuni minerali presenti nell’ambiente, proteggendo dall’inquinamento.

Un patrimonio del Made in Italy che in modo del tutto naturale aiuta il benessere e l’ambiente e risponde alla domanda del wellness a tavola in maniera più salutare rispetto a cibi diventati di gran moda in Italia come ad esempio la curcuma originaria dell’India o le bacche di Goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che vengono in gran parte dalla Cina, o la frutta secca dalla Turchia, sui quali pesa però la presenza di residui di pesticidi, aflatossine e micotossine come segnalato dal sistema di allerta europeo Rassf, tanto che i tre paesi sono nella top five del maggior numero di allarmi sanitari.

Ma i supercibi della nonna 100% made in Italy sono un’alternativa naturale anche ai cosiddetti Novel Food, gli integratori alimentari prodotti nel laboratori industriali che hanno ottenuto il via libera della Ue per l’ingresso sul mercato con l’approvazione del nuovo Regolamento di Esecuzione della Commissione che ha aggiornato l’elenco dei nuovi alimenti, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue lo scorso 24 luglio 2018. Si tratta di una lunga lista di prodotti, molti provenienti anche da paesi Extra Ue, che va dall’Olio di Calanus finmarchicus, un crostaceo del mare Atlantico, al cromo picolinato, un composto chimico, dalla citicolina che è uno psicostimolante/nootropico, al preparato di destrano prodotto da Leuconostoc mesenteroides, un batterio, fino alla gomma di Guar, ricavata da piante che si coltivano in India e Pakistan e all’estratto miceliale del fungo orientale Shiitake, oltre al pane trattato con raggi UV.

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