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Marano (Arav), dopo l'emergenza il futuro della moda è già qui

Entro gennaio 2021 John Richmond e Marcobologna vendita on line

ROMA ANSAcom

(di Daniela Giammusso)

   "Oggi presentarsi sul mercato con otto linee e progetti che si evolvono in modo così rapido, mi rendo conto, è un po' da folli. Ma è sempre stato lo spirito di questa azienda: pronti al cambiamento, guardare al futuro e mai arrendersi". Parola di Mena Marano, Ceo dell'Arav Group, azienda campana partita nel 2002 come impresa familiare di produzione e distribuzione di abbigliamento femminile, oggi colosso che conta tre brand in house come Silvian Heach (www.silvianheach.com), John Richmond e Marcobologna, acquisito lo scorso febbraio, e che si occupa di moda a 360 gradi, dall'ideazione, creazione, sviluppo, progettazione e distribuzione in più di 20 paesi e con 2.500 clienti nel mondo. Ultima acquisizione, poco prima del lockdown, Trussardi Bambino. "Un marchio storico, con una collezione dallo spirito fresco, che troverà sicuramente spazio. Lo presenteremo in licenza la prossima stagione", racconta la Ceo, nel cuore della sede Arav a Napoli: 10mila metri quadrati di spazi ecocompatibili, tra uffici, verde e depositi. Qui oggi si è tornati a lavorare a pieno ritmo, conclusa la fase più buia dell'emergenza, guardando dritto al futuro. "Personalmente - riflette la Marano - sono convinta che le crisi possano diventare anche occasioni di riflessione e opportunità. Questa, in particolare, è stata un po' come riprendere l'azienda dal giorno zero, come fosse un foglio bianco sul quale cominciare da capo a scrivere. Certo, andare a riprogettare un'azienda con 8 marchi, 3 collezioni in campo, tra spedizioni che erano ancora inevase e gli ordini per le collezioni invernali, non è stato facile. Neanche gli analisti - sottolinea - sanno quanto o come tutto questo impatterà sul sistema Moda. Si parla di 12-18 mesi. Comunque, pensare che tra tre mesi tutto tornerà come prima è un'utopia". In azienda il lockdown è arrivato due giorni dopo il lancio di Marcobologna e a meno di due mesi dalla linea di accessori di John Richmond. "Non ci siamo fermati e ci siamo concentrati su cosa fare - prosegue la Ceo - ripensando le attività, rivedendo l'organizzazione, la struttura societaria e le aree non performanti. Dal punto di vista economico e finanziario, abbiamo ricompattato la squadra e siamo ripartiti verso una nuova era. Abbiamo chiuso alcuni punti vendita, ma con 130 dipendenti e anche in emergenza Covid stiamo facendo scouting. Oggi il team di lavoro è fondamentale. Le idee sono niente senza le persone. Così abbiamo da poco assunto un operation manager per aiutarci in un progetto di logistica internazionale molto ambizioso". Ma non solo. "Il sistema Moda - prosegue la Marano - già prima del Covid era vecchio: l'era dei campionari enormi, delle tempistiche da sei mesi in sei mesi, degli eventi da milioni di euro, credo sia finito. Oggi serve concretezza e un fortissimo ritorno al Made in Italy. Sono convinta sarebbe un vantaggio competitivo per tutte le aziende riportare la produzione in Italia. E poi bisogna accorciare i tempi, ridurre le collezioni, ripensare completamente i canali di vendita". Cambiamenti già in atto all'Arav, ad esempio con drop di collezioni. "L'emergenza - dice - ha fatto da acceleratore". Soprattutto, la parola chiave è digitalizzazione. "Campagna vendita in maniera virtuale, showroom virtuale, ecommerce oriented: tutto deve essere molto più vicino. I clienti del domani sono on line - spiega la Ceo - L'evento topico per noi sono le campagne vendita primavera-estate 2021. Oggi c'è grande incertezza: i clienti verranno ancora a Milano? Allora cercheremo di supportarli con alcune piattaforme on line con le quali abbiamo già stretto accordi. Ed entro gennaio 2021 - annuncia - i brand John Richmond e Marcobologna avranno un canale di vendita on line diretta. Obbiettivo, spingere in maniera importante".

In collaborazione con:
Silvian Heach

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