In questi due anni di pandemia ha
curato diverse centinaia di pazienti, andando a visitare a
domicilio tutti coloro che necessitavano dell'intervento di un
medico e solo due casi - uno di un paziente vaccinato, l'altro
no - hanno richiesto il ricovero; tutti sono comunque guariti
dal Covid. Nanni Sclafani, 64 anni, medico di famiglia di 1500
pazienti, 38 anni di lavoro alle spalle, è venuto a Roma dalla
Sicilia con la compagna farmacista per partecipare alla
manifestazione "Divise Unite al Popolo" in programma oggi
pomeriggio al Circo Massimo proclamata contro green pass,
restrizioni e contro l'obbligo della vaccinazione per poter
lavorare.
"In questi mesi ho trasgredito, lo ammetto, le
raccomandazioni dell' Oms e le circolari ministeriali -
racconta - le quali raccomandano che il medico di base prescriva
l'uso del paracetamolo accompagnato dalla cosiddetta 'vigile
attesa' ai propri pazienti e segua il decorso della malattia al
telefono. Parte dei miei colleghi ha così abbandonato al loro
destino i propri pazienti ma io come potevo tradire il giramento
di Ippocrate e non visitarli? L'uso del paracetamolo - mette in
guardia - è dannoso per almeno due motivi: abbassa la febbre,
effetto sconsigliabile perchè è la febbre l'arma che ha
l'organismo per difendersi dal virus e i livelli di glutadtione,
l'antiossidante più importante a livello cellulare. Inizialmente
tutti eravamo disorientati, ma abbastanza presto si è compreso
che contro il Covid bisognava mettere in campo tutte le
strategie terapeutiche efficaci, a partire dagli antinfiammatori
come i Fans, alte dosi di vitamina C e D e, nei casi in cui il
livello di gravità lo richiede, cortisonici, idrossiclorochina
ed eparina. Studi recenti dell'Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri Irccs hanno dimostrato che gli
antinfiammatori fermano la malattia ai primi sintomi e riducono
di oltre il 90% l'ospedalizzazione.
Secondo il medico "oltre alle circolari ministeriali
completamente errate, per la prima volta nella storia della
medicina si è vaccinato durante la pandemia, causando così le
conseguenti varianti ed allontanando, in questo modo, la
possibilità di instaurare la tanto agognata immunità di gregge".
Inoltre, per il medico siciliano, la ripetizione delle dosi
mette a rischio il sistema immunitario: "si va incontro alla
immunodepressione, che non solo non difende ma può attivare
patologie latenti o virus dormienti". E racconta che tra i
propri pazienti che si sono vaccinati ha registrato casi di
miocardite, tiroidite autoimmune, artrite reumatoide,
fibrillazione atriale, herpes genitalis, dermatiti atipiche da
probabile natura autoimmune, herpes zooster, anemie e
mielodisplasie ovvero l'alterazione nella produzione di globuli
rossi.
"'Un imperdonabile errore, fuori da ogni criterio e logica
scientifici, è stato anche quello di non aver effettuato subito
le anestesie ai primi morti per Covid - evidenzia - inoltre per
la prima volta la vigilanza sui vaccini è passiva, non attiva
come avviene sempre per i farmaci sperimentali". Infine, critica
il Green pass "uno strumento palesemente discriminante, per
nulla fondato su criteri sanitari e che ha lo scopo politico di
estorcere la vaccinazione a numerose categorie di persone, pena
la perdita del lavoro". Insomma, per il medico siciliano in
questo periodo di pandemia "è mancato un confronto scientifico
reale e trasparente; l'appello che faccio è di chiedere con
forza un dibattito scientifico esente da conflitti di interesse,
condizione essenziale per il progresso della scienza".
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