Sono 947 soggetti diversi impegnati
nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità
organizzata, ottenuti in concessione dagli Enti locali, in ben
18 regioni su 20, in più di 350 comuni. Più della metà delle
realtà sociali è costituito da associazioni di diversa tipologia
(505) mentre le cooperative sociali sono 193 (con 5 cooperative
dei lavoratori delle aziende confiscate e 16 consorzi di
cooperative). Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore,
ci sono 15 associazioni sportive dilettantistiche, 33 enti
pubblici (tra cui aziende sanitarie, enti parco e consorzi di
Comuni che offrono dei servizi di welfare sussidiario dati in
gestione a soggetti del terzo settore), 40 associazioni
temporanee di scopo o reti di associazioni, 58 realtà del mondo
religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 26 fondazioni private
e di comunità, 16 gruppi dello scautismo e infine 27 istituti
scolastici di diverso ordine e grado. La regione con il maggior
numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle
mafie è la Sicilia con 267 soggetti gestori, segue la Calabria
con 148, la Lombardia con 141, la Campania 138. E' quanto emerge
dal dossier di Libera che nella ricerca "Fattiperbene" racconta
le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati. Nel 2016
anno della prima mappatura di Libera erano 524 soggetti del
terzo settore che gestiscono beni, sono diventati 947 nel 2022
con un incremento del +81%. Incrementi maggiori si sono
registrati in Puglia +108% e Lazio +82%. Da registrare la
Sardegna che è passata da 1 soggetto gestore del 2016 agli 8 di
quest'anno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA